Porta la data del 23 maggio 1971 l’Istruzione Pastorale “Communio et progressio” pubblicata per disposizione del Concilio Vaticano II in occasione della V Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali. Per meglio approfondire il ruolo dei comunicatori cattolici, in occasione di un recente incontro dei dirigenti regionali e provinciali dell’UCSI Unione Cattolica Stampa Italiana Sicilia, il consulente ecclesiastico Don Paolo Buttiglieri, ha illustrato i segni epocali del cambiamento ed ha aperto lo scrigno prezioso della “Communio et progressio” ricco di profetiche enunciazioni, che risultano attuali e significative per meglio comprendere e dare attuazione concreta alla “politica delle comunicazioni sociali” oggi dominata dal web. Così in un comunicato stampa l’Unione cattolica stampa italiana.
Don Paolo Buttiglieri ha tracciato la strada da percorrere, per analizzare e studiare al meglio l’istruzione Pastorale pontificia: “UCSI Sicilia IN-FORMAZIONE”, vogliamo avviare “una buona formazione, per una buona informazione” dei giornalisti cattolici, deontologicamente fondata, in vista del Congresso Nazionale che si celebrerà in autunno a Roma”. Il 1° workshop è previsto mercoledì 23 giugno in webinar e riservato a tutti gli associati UCSI. La scelta formativa è stata approvata in maniera corale dal presidente dell’Ucsi Sicilia Domenico Interdonato, da tutti i Consiglieri regionali e dai Presidenti provinciali. La “Communio et progressio” è articolata in tre capitoli con introduzione e conclusione, la quale prende in esame gli strumenti di comunicazione: stampa, cinema, radio, televisione, ed oggi possiamo aggiungere i social e l’universo del web, indirizzandone le finalità verso la comunione e il progresso della società.
Nel testo- continua la nota- sono condensati i principi dottrinali e i suggerimenti operativi per un’azione pastorale efficace e funzionale al cammino di fede, che coinvolge l’uomo nella sua esperienza esistenziale. “La comunicazione sociale, si legge nel testo, tende a far sì che l’uomo, moltiplicando gli scambi vicendevoli, raggiunga una maggiore consapevolezza nell’impegno comunitario della vita” che coinvolge diverse persone e “gli strumenti della comunicazione possono certamente dare un grande apporto al rafforzamento delle relazioni umane”. E’ necessario che vengano rispettati i valori morali e sociali che qualificano le relazioni umane, perché nell’atto comunicativo si concretizza un gesto di “donazione”, di trasmissione di notizie, di informazioni e di idee. “Dare voce a chi voce non ha” è un’espressione di carità, di attenzione e di rispetto verso gli altri, senza strumentalizzazioni e secondi fini. L’ esortazione finale- conclude la nota- è di rendere gli strumenti della comunicazione veramente utili al progresso dell’uomo e alla gloria di Dio condensa il titolo dell’Istruzione “Communio et progressio”, approvata da papa Paolo VI , il quale ha indirizzato “con immensa fiducia lo sguardo al futuro”, per tessere la trama della Storia orientata verso la “promettente nuova era delle comunicazioni sociali”.