Haiti è il paese più povero delle Americhe e uno dei più poveri al mondo, e vive da anni in uno stato di costante emergenza umanitaria: nel 2004 fu colpito dall’uragano Jeanne, nel 2010 da uno dei terremoti più distruttivi di sempre, in cui morirono 200mila persone, e nel 2016 dall’uragano Matthew. L’emergenza legata al coronavirus ha aggravato una situazione economica che era già drammatica.
L’assassinio di Jovenel Moïse avviene in un contesto economico, sociale e politico molto delicato per il paese caraibico che da mesi si ritrova a fronteggiare anche atti di violenza da parte delle bande criminali. Entro la fine dell’anno si sarebbero dovute tenere le elezioni del nuovo presidente, dato che il mandato di Moïse era terminato ufficialmente nel febbraio scorso. Moïse fu eletto per la prima volta presidente alle elezioni del 2015, che furono annullate per brogli, e poi di nuovo un anno dopo. Iniziò a governare il 7 febbraio del 2017: per questo sostiene che il suo mandato di 5 anni sia iniziato solo in quel momento. A fine gennaio la federazione haitiana degli avvocati ha firmato un documento in cui sostiene che i 5 anni devono contarsi dalla data delle elezioni e che quindi Moïse non abbia alcuna «legittimazione per organizzare le prossime elezioni», che si terranno a settembre.
A metà gennaio Moïse ha emanato un decreto che gli permette di continuare a governare fino al prossimo anno. I mandati di tutti i deputati e della maggior parte dei senatori sono invece scaduti senza che fossero eletti i successori, dato che non era stato trovato un accordo per una nuova legge elettorale che permettesse le elezioni parlamentari, più volte posticipate. Le proteste contro Moïse vanno avanti da diversi anni.
Nel 2018, per esempio, molti haitiani protestarono contro la decisione del presidente di aumentare il prezzo del carburante, mentre nel 2019 ci furono scontri in cui morirono diverse persone. Moïse fu anche coinvolto in uno scandalo per corruzione, accusato insieme ad altri ministri e funzionari di aver gestito fondi in modo illecito fino a 2 miliardi di dollari. I giornalisti del posto riferiscono che la maggioranza delle persone è d’accordo con la rimozione dell’attuale presidente.
Durante la scorsa notte, è stato assassinato nella sua abitazione il presidente di Haiti, Jovenel Moïse. Da quanto si apprende, alcuni malviventi armati hanno fatto irruzione nella residenza ed hanno aperto il fuoco contro Moïse e la moglie. Per il presidente haitiano non c’è stato nulla da fare, mentre la coniuge rimasta ferita, è stata trasportata in ospedale. A confermare l’agguato è stato primo ministro di Haiti Claude Joseph che ha condannato pubblicamente l’accaduto. “Durante la notte, tra martedì 6 e mercoledì 7 luglio, è stato assassinato il presidente Jovenel Moïse, che lo scorso 26 giugno aveva compiuto 53 anni.”
Secondo quanto riferito dalla stampa locale e dall’emittente statunitense Cnbc, un gruppo di uomini armati, non ancora identificati, ha fatto irruzione nella residenza privata del presidente haitiano ed ha aperto il fuoco uccidendo Moïse e ferendo la moglie, la First Lady Martine Moïse. Quest’ultima è stata trasportata in ospedale e non si conoscono ancora le sue condizioni di salute.
Il primo ministro di Haiti Claude Joseph ha condannato l’agguato pubblicamente definendolo, come riporta la Cnbc, un “odioso, disumano e barbaro atto”. Joseph ha poi aggiunto che la sicurezza nazionale di Haiti è sotto il controllo della polizia e delle forze armate. Infine, ha invitato tutta la popolazione a mantenere la calma, nonostante quanto avvenuto. Ora le autorità hanno avviato le indagini per risalire ai responsabili dell’agguato.