Ancora una volta Ursula Von Der Leyen è la protagonista e portavoce di tutte le donne, di coloro che ancora oggi nel 2021 sono costrette a scegliere tra la carriera e la maternità, tanto che in un videomessaggio al W20 Women Rome Summit si dice indignata per questa scelta a cui la donna ogni giorno è costretta a sottoporsi.
Ebbene si è proprio lei, Presidente della Commissione Europea e Madre di sette figli (la maiuscola per “madre” non è un caso: il mestiere di madre è degno di una maiuscola tanto quanto la carica di Presidente), che aprendo i lavori del Group Women Rome Summit 2021, il vertice di tre giorni a Roma per discutere del gender gap a livello mondiale, ha preso le distanze dal dover scegliere quale ruolo assumere nelle vita, se quello di madre o quello di donna in carriera, e per un attimo si è tolta quella corazza di ferro, che tanto la contraddistingue, mettendosi a nudo e raccontandosi nel privato. Tanta è la grandezza di questa signora: una donna tanto potente, ma al contempo madre di sette figli e assai vicina a tutte le donne che lavorano.
Una parità di genere, dunque, che ad oggi ancora manca e fatica ad essere raggiunta. Delle pari opportunità che permettano ad ogni donna di essere mamma e al contempo lavoratrice, ma soprattutto che permettano di non giudicarle qualora la scelta non fosse quella che comunemente, ma erroneamente, si ritiene essere più giusta. Vedere sempre di più le donne ai vertici e, a tal proposito, si rammarica la Von Der Leyen nel prendere consapevolezza che al G20 di ottobre potrebbe essere l’unica donna presente.
Dunque un appello vero e proprio quello della Presidente della Commissione Europea, che ha chiesto «condizioni giuste affinché tutte le donne possano godere di un accesso paritario al mercato del lavoro» un impegno che si è ripromessa di portare al tavolo dei leader del G20, circostanza fortemente opportuna soprattutto se sarà l’unica donna in rappresentanza.
Non considerare più le donne come una minoranza, ma come coloro in grado di portare avanti il sistema e permettergli di evolversi. Considerare il genere femminile come un impulso fondamentale al mantenimento e avanzamento del sistema sociale, economico e politico. Questo l’obiettivo condiviso e da considerarsi concluso entro il 2030.