Roma – C’è anche Ali Ibrahim, lo studente della Statale di Milano originario del Ciad scomparso mesi fa, tra i combattenti ribelli “assassinati” dopo la cattura: lo riferiscono all’agenzia Dire i responsabili del Front pour l’Alternance et la Concorde au Tchad (Fact).
Il nome del giovane appare in una lista di “camerati” uccisi dopo essere stati presi in custodia dai militari, nella regione del Kanem, nell’ovest del Paese. “Ali Ibrahim era arrivato dall’Italia” risponde Kingabe Ogouzeimi de Tapol, coordinatore politico del Front, sollecitato dalla Dire per verificare non si tratti di un caso di omonimia. “Ali è stato assassinato il 18 aprile, all’indomani della cattura, nel distretto di Kanem Nord” continua il responsabile. “Abbiamo chiesto aiuto alla comunità internazionale ma siamo impotenti, perché il Conseil militaire de transition è sostenuto dalla Francia”. Il riferimento è all’organismo costituito a N’Djamena all’indomani della morte, il 20 aprile, del presidente Idriss Deby Itno. Ad assumere la guida del Conseil il generale Mahamat Deby, figlio del capo dello Stato, rimasto al potere per oltre 30 anni.
Trent’anni fa era nato anche Ali Ibrahim, lo studente della Statale. Classe 1991, si sarebbe dovuto laureare in Mediazione culturale a inizio aprile. Da febbraio però se n’erano perse le tracce. A quanto aveva appreso la Dire, il 4 di quel mese avrebbe fatto ritorno in patria “per fare visita ai parenti”, dopo aver ultimato esami e tesi, in attesa della sessione di laurea. Proprio nel Kanem, la regione di origine di Ibrahim, gli scontri tra il Fact e l’esercito sono stati più intensi. Nella stessa area, al fronte, è rimasto ferito a morte Idriss Deby.
Dell’uccisione dei ribelli dopo la cattura, con Ibrahim al numero “otto” in una lista di dieci nomi, Ogouzeimi de Tapol accusa il Conseil militaire de transition. “Ci appelliamo all’Onu, all’Unione Africana e alle organizzazioni per i diritti umani – dice il coordinatore – affiché sia fatta luce su questi omicidi, siano individuati i responsabili e sia resa giustizia alle vittime nel rispetto della Convenzione di Ginevra sui prigionieri di guerra della quale il Ciad è firmatario”.
Della vicenda dello studente, dopo l’allarme per la sua scomparsa, la Dire aveva parlato con il console onorario d’Italia in Ciad, Ermanna Favaretto. “Conosco la regione del Kanem villaggio per villaggio” aveva detto la rappresentante. “Oggi resta una ‘no man’s land’, corridoio della tratta di esseri umani verso Niger e Libia; per il governo chi sta con i ribelli è un qaedista e se adesso è prigioniero rischia la morte”.
Fonte «Agenzia DIRE»
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