L’Italia è all’inferno, nel 2020 distrutti dalle fiamme oltre 62mila ettari

Aumento dell’8,1% di reati accertati rispetto al 2019

L’Italia è all’inferno. Nei bollettini dei Tg le immagini superano le parole dei cronisti. Le fiamme divorano costoni di montagna, inghiottono vegetazioni, uliveti e coltivazioni, e insieme alla natura se ne vanno case, fattorie, agriturismi, storie antiche e memorie. E’ quasi un’epopea questa morte al rogo, porta con sé una suggestiva drammaturgia che lascia però dietro alle spalle una distruzione criminale. E così mentre la sera il monte della Croce, come lo chiamano gli abitanti di Tivoli alle porte di Roma, sembra diventato un vulcano nel cuore della notte, la mattina la cenere e la fuligginesu terrazzi, strade e persiane restituisce la gravità di quel che è andato perduto. E così in molte altre parti d’Italia gli agricoltori si trovano a combattere le fiamme, quasi in un duello corpo a corpo. E’ l’Italia che è esausta e non vuole sentir parlare più della scampagnata finita male, del mozzicone di sigaretta abbandonato, del solito piromane. Lo conferma il dossier Incendi di Legambiente che presenta numeri drammatici.

Un’anticipazione del rapporto Ecomafie 2021 di inizio agosto riassume in questi numeri la portata della tragedia: “nel 2020 +18,3% di territorio nazionale bruciato; +8,1% di reati accertati tra incendi dolosi e colposi rispetto al 2019. Sono andati distrutti complessivamente 62.623 ettari. Ben l’82% della superficie boscata e non boscata data alle fiamme e il 54,7% degli illeciti rilevati si concentrano tra Campania, Sicilia, Calabria e Puglia”. Un trend coerente e profetico rispetto alla cronaca di questi giorni. 

“Tra incendi dolosi, colposi e generici, lo scorso anno in Italia sono stati percorsi dalle fiamme 62.623 ettari di superficie boscata e non boscata (+18,3% rispetto al 2019): 4.233 i reati accertati (+8,1%), 552 le persone denunciate per incendio doloso e colposo (+25,2%), 18 quelle arrestate (+80%), 79 i sequestri effettuati (-29,5%). Ben l’82% della superficie bruciata – riporta il dossier- e il 54,7% dei reati si concentrano tra Campania, Sicilia, Calabria e Puglia, seguite a poca distanza dal Lazio. Con la Campania, nello specifico, che primeggia per numero di illeciti (705, il 16,7% del totale nazionale) e la Sicilia per numero di ettari distrutti dalle fiamme (36.321, il 13,7%). La classifica provinciale degli incendi scoppiati nel 2020 vede invece ai primi cinque posti per numero di reati accertati Cosenza, Salerno, Palermo, Foggia e Potenza. Un numero di illeciti che nel complesso continua ad aumentare e che si somma agli 81.464 già accertati sul territorio nazionale tra il 2006 e il 2019”.

La Società Italiana di Selvicoltura ed Ecologia Forestale e Legambiente hanno elaborato una strategia a contrasto del fenomeno. Tra i punti cruciali la piena attuazione della “legge 353 del 2000, dedicata proprio agli incendi boschivi, che prevede- ricorda Legambiente- insieme al delitto di incendio boschivo doloso (423 bis del Codice penale), vincoli molto stringenti per le aree attraversate dal fuoco: 15 anni senza cambiamenti nella classificazione dei terreni, boschivi o a pascolo; 10 anni di divieto di edificazione; 5 anni in cui sono vietate anche le piantumazioni di nuovi alberi con risorse pubbliche, tranne eccezioni stabilite dal Ministero dell’Ambiente. Un sistema di vincoli che rispecchia alcune delle cause principali degli incendi dolosi e che, per essere efficace, richiede da parte di tutti i Comuni l’aggiornamento del Catasto delle aree incendiate”. 

Oltre a questo registro delle aree incendiate e ai vincoli e divieti di pianificazione e urbanizzazione, sarebbe necessaria anche un’integrazione maggiore tra politica agricola e forestale, un piano di ripristino ecologico delle aree colpite, una maggiore conoscenza dei programmi sul fuoco prescritto per operatori e cittadini. 

Dai roghi del Montiferru scoppiati lo scorso 25 luglio a quelli abruzzesi delle province dell’Aquila e Pescara, sino al numero impressionante di incendi divampati dal Catanese al Palermitano negli ultimi giorni, la Penisola divampa con “un’intensità superiore ai 10.000 kW/m e una velocità di propagazione oltre i 3 km/h”. Ancora una volta l’integrazione dei diversi piani regionali e la necessità di una strategia governativa unitaria sembrerebbe essere la strada da adottare, oltre alla via della legalità. E diventa già simbolo lo sguardo del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella che, a bordo di un elicottero dell’Aeronautica Militare, pochi giorni fa ha sorvolato i pascoli e le aree divorate dai roghi in Sardegna, quando esaurite scintille e fiamme dall’alto si osserva solo il nero di un omicidio della terra. E intorno l’odore acre di un delitto.

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