“Ho visto un rogo propagarsi dall’alto della montagna e ho chiamato il 1515. I vigili del fuoco sono venuti subito, ma purtroppo dalla strada era impossibile intervenire e i mezzi aerei, questo l’altro problema, non erano disponibili perché in quel momento c’erano numerosi interventi di spegnimento incendi in corso. La giornata era torrida e il fuoco si espandeva con forza, verso la valle bruciando tutto. E’ stato doloroso vedere alberi d’ulivo secolari ardere tra le fiamme”. Queste le parole con cui il sig. Filippo (ndr, nome di fantasia), agricoltore, che preferisce rimanere anonimo, ha descritto per Paese Italia Press l’ultimo incendio che ha distrutto terre e proprietà di famiglia, davanti ai suoi occhi, in un piccolo centro del Frusinate, nel Lazio, a due passi dai monti Ausoni. “Mi chiedo se servano più risorse, più mezzi, o se basti fare qualcosa prima” , questo il commento che l’agricoltore ripete a chi è intervenuto sul posto, tra soccorritori, privati cittadini, cronisti quando ormai tanta parte di quel bel mondo è perduto insieme ai suoi ricordi di bambino.
Emerge dai dati dell’EFFIS- European Forest Fire Information System– un preoccupante primato: L’Italia è prima in Europa per numero di roghi.
Si stimano dall’inizio dell’anno più di 152.000 ettari bruciati rispetto ad una media calcolata dal 2008 al 2020 di poco più di 40.000 ettari. L’EFFIS è un sistema europeo che fornisce informazioni quasi in tempo reale e storiche sugli incendi boschivi e tratta l’intero ciclo dell’incendio, fornisce cioè informazioni relative alle condizioni pre-incendio, valutando i danni post.
Spicca un dato preoccupante: nel 2021 è aumentato il numero di incendi più di tre volte e mezzo rispetto alla media degli ultimi dodici anni, un numero quasi triplicato se si considera ,come riportato da Legambiente secondo i nuovi dati Ecomafia, che l’anno scorso “sono stati distrutti complessivamente 62.623 ettari”. Bisogna inoltre considerare che “l’82% della superficie boscata e non boscata data alle fiamme e il 54,7% degli illeciti rilevati si concentrano tra Campania, Sicilia, Calabria e Puglia” sottolineava sempre il report dell’associazione ambientalista. Il Sud rappresenta una grandissima ‘fetta’ del problema roghi.
Il fenomeno riguarda comunque anche altri Paesi europei con cifre gravi e un quadro complessivo allarmante. Sempre secondo l’EFFIS all’Italia segue la Grecia con circa 127.000 roghi che ha aumentato di 6 volte rispetto alla sua media dal 2008, viene poi la Spagna più staccata con 68.000 casi ed in media rispetto agli anni passati. Anche la Francia subisce un amento importante e con i ‘soli’ 30.125 roghi di quest’anno ha più che triplicato la sua sua media.
Ci sarà sicuramente bisogno di elaborare valide strategie di prevenzione utilizzando proprio tutti gli strumenti a disposizione a livello europeo con i dati quasi in tempo reale dell’EFFIS che sfrutta il programma europeo ‘Copernicus’ e le sue immagini satellitari. Ci sarà altrettanto bisogno di affrontare il problema a livello nazionale anche con la partecipazione della collettività perchè il problema e il dolore non è soltanto nelle parole e negli occhi del signor Filippo che ha scelto di condividere faticosamente la sua testimonianza perché altri come lui sentano la gravità dell’accaduto e ne comprendano la perdita irreversibile per tutta la collettività.