“Il potere che limita la libertà del singolo deve avere legittimazione” ha spiegato il filosofo Carlo Galli a Modena che ha parlato di politica tra necessità e libertà. E ancora Francesca Rigotti che ha stigmatizzato la “paura” come sentimento in cui sta marciando “l’abuso di potere in Europa come negli Stati Uniti”. Il giornalista Federico Rampini ha parlato di “decadenza terminale dell’Occidente”. E’ stata un’apertura in grande stile quella del Festival Filosofia a Modena, Carpi e Sassuolo che inevitabilmente ha visto filosofi e intellettuali interrogarsi sulla libertà a partire dalla cronaca, dall’emergenza sanitaria e dalle disposizioni che stanno cambiando tanto la vita dei cittadini quanto quella delle Istituzioni.
Molti ospiti internazionali e tante le donne, in aumento rispetto alle edizioni precedenti. La parola scelta quest’anno, libertà, tra lezioni magistrali ed eventi artistici, porta il pubblico da Platone e Hobbes, ai padri del liberalismo per arrivare a parlare della geopolitica attuale, dell’impero cinese e del possibile tramonto dell’Occidente. Ma si parla anche di social, di sovraesposizione individuale e della necessità di tutelarsi con un uso sapiente del concetto di “maschera” come spiegato dalla filosofa Barbara Carnevali. E così anche la letteratura, con Pirandello, interviene nell’analisi del concetto.
Piazza e strade, grazie alla pioggia finita la sera prima dell’apertura, sono tornate a popolarsi di persone e giovanissimi. E’ il green pass e la prenotazione obbligatoria a disciplinare ingressi e partecipazione. Le tre piazze principali la prima sera hanno visto la lezione di Rampini sulla geopolitica e la questione cinese a Modena, Carpi ha parlato di Liberazione con Umberto Curi mentre a Sassuolo si va su Dante e il libero arbitrio con Mario De Caro.