Catania, 28 ottobre 2021 – Al dì degli eventi meteo in corso, si è svolto a Catania “Blue Day. Stati generali della Pesca e dell’Acquacoltura“, promosso dal Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali. Tra i temi trattati: salvaguardia degli ecosistemi e regolamentazione del fermo pesca, uso sostenibile delle risorse, prospettive delle filiere ittiche e dell’acquacoltura, attenzione verso i consumatori.
L’Europa e i Paesi che affacciano sul Mediterraneo si trovano oggi ad affrontare una doppia sfida, ancor più impegnativa a causa della pandemia: favorire la crescita economica e l’occupazione nel settore ittico, assicurandosi che tali obiettivi siano però in linea con i principi della ecosostenibilità. In breve, va avviata la “Transizione Blu”: quel processo strategico per cui oceani sani e ben gestiti possano essere sì fonte lavoro e sostentamento, investendo in tecnologie e processi innovativi, ma limitando i danni ecologici e combattendo la pesca illegale. La pandemia di Covid-19 ha infatti colpito duramente le attività di pesca e acquacoltura nel Mediterraneo, determinando forti diminuzioni delle attività, della produzione e drastici cali dei prezzi dei prodotti. In questa fase di riprese e ricostruzione delle attività, è necessario ripartire dalla sostenibilità a lungo temine e dalla resilienza del settore.
Nelle parole del Sottosegretario al Mipaaf, Francesco Battistoni, «gli Stati generali della pesca nascono da un’esigenza di confronto fra le marinerie e le Istituzioni. Al centro degli incontri c’è la volontà di comprendere le necessità del settore, le problematiche delle filiere ma anche quella di dar vita ad un approccio multidisciplinare del settore ittico e dell’acquacoltura. Le logiche del passato che trovavano soluzioni immediate a problemi contingenti sono fallite. Il nostro orizzonte deve essere quello di far crescere le filiere garantendo crescita e occupazione, migliori condizioni lavorative, implementare innovazione e competitività e creare una stabilità economica duratura. Il faro delle nostre azioni non potrà prescindere dalla salvaguardia dei nostri ecosistemi, delle biodiversità e dell’uso sostenibile delle nostre risorse.
Il settore della pesca e dell’acquacoltura è una economia in costante evoluzione e proprio per favorirne lo sviluppo e la tutela è indispensabile far sentire presenti le Istituzioni con programmi comuni di sviluppo e di tutela. Solo con la condivisione di obiettivi univoci fra i partner istituzionali, sociali e territoriali si potranno accompagnare le filiere verso la transizione blu intercettando un futuro solido e di ampio respiro».
«Negli ultimi vent’anni il settore della pesca ha subito profondi mutamenti – ribadisce Riccardo Rigillo, Direttore generale della pesca marittima e dell’acquacoltura Mipaaf – La difesa della specificità del Mediterraneo, della sua peculiarità in termini di biodiversità ambientale e culturale, ha prodotto effetti e norme stringenti di cui oggi paghiamo le conseguenze. Con gli Stati generali vogliamo affrontare insieme alle marinerie, con i partner europei e i settori produttivi collegati, il cambiamento del settore della pesca e dell’acquacoltura. Sicuramente in ambito Ue c’è un forte richiamo al cambiamento. Quello che appare più evidente è l’approccio verso un’economia blu che unisca tutela dell’ecosistema, progresso del settore, occupazione e sostenibilità. La concretizzazione di questo nuovo corso è la strategia del FEAMPA (Fondo Europeo per gli Affari Marittimi, la Pesca e l’Acquacoltura), un fondo da circa 1 miliardo di euro che promuove a livello europeo finanziamenti per sostenere e innovare tutta la filiera. Cogliendo attivamente le opportunità europee, il settore potrà centrare gli obiettivi dettati dalla PCP (Politica Comune della Pesca), dal Green Deal europeo e dalla strategia Farm to Fork (ovvero dalla transizione verso un sistema alimentare europeo sostenibile)».
Il primo giorno degli Stati generali catanesi è stato dedicato all’analisi del settore. Partendo dalle criticità riscontrate nell’ultimo periodo e insieme agli attori delle filiere sono state affrontate le linee guida per riscrivere il futuro del settore in chiave sempre più green e sostenibile. Un’occasione per misurarsi con le nuove sfide europee e le nuove opportunità che proprio la Ue mette a disposizione del settore della pesca e dell’acquacoltura come il FEAMPA – Fondo Europeo Affari Marittimi Pesca e Acquacoltura, ma anche per portare all’attenzione di tutti il sostegno economico che il Mipaaf ha destinato: 20 milioni di euro stanziati per il settore ittico e acquacoltura. Si tratta di 15 milioni per le imprese del settore marittimo, 3 milioni e mezzo destinati all’acquacoltura ed 1 milione e mezzo per il comparto operante nelle acque interne attraverso le Regioni e le province autonome nell’ambito delle loro attribuzioni.
Il secondo e ultimo giorno dei lavori invece è stato dedicato all’acquacoltura, ai mercati e più in generale ai sistemi alimentari sostenibili. Un’analisi attraverso la quale coinvolgere in queste iniziative gli attori del settore, gli stakeholder e le Istituzioni per promuovere processi innovativi che vadano ad implementare la cosiddetta “Transizione Blu”, favorendo un’economia basata sulla protezione degli ecosistemi marini e delle biodiversità. La sessione dei lavori poi si è concentrata sui divari e sui bisogni che richiedono sforzi congiunti e sinergie, che possano migliorare l’immagine del prodotto acquicolo, promuovendone la qualità ed il consumo per un’alimentazione sana, sicura e sostenibile. Un mercato in espansione, che attraverso l’innovazione dei processi produttivi e la trasparenza nella tracciabilità dei prodotti, sostiene la domanda crescente di prodotto ittico, favorendo nel contempo, il contenimento della pressione sugli stock ittici.