Una lettera scarlatta per il vino. Sembra proprio avere l’ingiusto sapore dello stigma il cosiddetto ‘bollino nero’ che è stato proposto da uno degli ideatori del sistema Nutriscore Serge Hercberg ovvero aggiungere alla serie di colori e lettere una F con cui bollare di nero tutte le bevande alcoliche, senza distinzioni, per denunciare la pericolosità per la salute.
La Coldiretti ha parlato di ingiusta diffamazione, di un’ etichettatura ingannevole che penalizzerebbe fortemente il Made in Italy in una tradizionale produzione che oltre ad essere in vetta alle esportazioni mondiali, è anche patrimonio culturale e di tradizioni storiche. “E’ del tutto improprio- ha sottolineato la Coldiretti in un comunicato stampa- assimilare l’abuso di superalcolici tipico dei Paesi nordici al consumo moderato e consapevole di prodotti di qualità ed a più bassa gradazione come la birra e il vino che in Italia è diventato l’emblema di uno stile di vita lento, attento all’equilibrio psico-fisico che aiuta a stare bene con se stessi, da contrapporre proprio all’assunzione sregolata di alcol. Si tratta peraltro di un orientamento incoerente con il sostegno accordato dal provvedimento alla Dieta Mediterranea, considerata un modello alimentare sano e benefico per la prevenzione di molte malattie, tra cui il cancro, ma che si fonda anche sul consumo regolare di un bicchiere di vino ai pasti….Le etichette a colori, infatti si concentrano esclusivamente su un numero molto limitato di sostanze nutritive (ad esempio zucchero, grassi e sale) e sull’assunzione di energia senza tenere conto delle porzioni escludendo paradossalmente dalla dieta alimenti sani e naturali che da secoli sono presenti sulle tavole per favorire prodotti artificiali di cui in alcuni casi non è nota neanche la ricetta. In questo modo si finisce paradossalmente per escludere eccellenze della Dieta mediterranea, dall’olio extravergine d’oliva al Parmigiano Reggiano, a vantaggio di prodotti artificiali di cui in alcuni casi non è nota neanche la ricetta”.
“L’attacco al vino peraltro arriva alla vigilia della revisione del regolamento di ripartizione dei fondi Ue della promozione dei prossimi anni che rischia di prevedere tagli dei fondi destinati proprio al vino oltre che alla carne, ai salumi e alla birra”: insomma i proclami sulla salute Ue rischiano di colpire la tavola italiana da sempre celebrata per essere un toccasana per la salute. Dove starebbe la verità? Ancora una volta l’attenzione fondata sul singolo alimento o sostanza nutrizionale rischia di originare “decisioni semplicistiche” rispetto a quel sistema complesso che è la Dieta Mediterranea.
Potremmo parlare dei polifenoli e dei loro benefici per occhi, sangue e prevenzione oncologica, ma anche di questa ripresa tanto ardua e soprprendente del mercato del vino per il nostro Paese: “il 2021 anno del rilancio per l’economia italiana, le spedizioni fanno segnare una crescita del +15,8% sul primo semestre 2020, a quota 3,33 miliardi di euro”, come si legge su winenews.it.
Allora il bollino nero è non solo un messaggio non veritiero sulle nostre tavole, ma anche una cattiva pubblicità per un mondo che prova a ripartire dopo il blackout della pandemia. E’ così che il Made in Italy combatte un’ennesima battaglia.