Roma, 23 febbraio 2022 – Siamo tra i più preoccupati in Europa. O forse siamo solo i più consapevoli di un fenomeno che da alcuni anni si è reso sempre più evidente: parliamo della manipolazione delle informazioni attraverso il fenomeno delle fake news, notizie imprecise, volutamente manipolate, diciamo pure false, immesse nel mondo dell’informazione digitale quasi mai con intenti goliardici ma di vero e proprio orientamento dell’opinione pubblica su alcuni temi divisivi. Polarizzanti. Quelli su cui le sfumature di grigio sono quasi impossibili e o si è favorevoli o contrari. Oppure, e questa è un’altra chiave di lettura, poiché gli italiani sono poco propensi a consultare fonti verificate cadrebbero più facilmente nei tranelli delle fake news.
Ma procediamo con ordine.
Due italiani su tre si sentono vittime di fake news
A definire l’Italia il paese più preoccupato in Europa è un’indagine commissionata da Readly, il principale fornitore europeo di abbonamenti a quotidiani e riviste in digitale, all’istituto internazionale di analisi YouGov su 1078 italiani di età superiore ai 18 anni, intervistati con metodologia CAWI nel periodo 25-27 novembre 2021.
Il 66% degli italiani si dice “preoccupato” o “molto preoccupato” ed è la media più alta in Europa; il 60% ritiene di essere quotidianamente bersagliato da esse e il 62% pensa che nei prossimi tre anni la circolazione delle notizie false sui media sia destinata ad aumentare.
In media, negli altri paesi, solo il 39% dei cittadini si dice preoccupato per le fake news e solo il 44% si sente quotidianamente esposto alle fake news, con un picco verso il basso per la Svezia, dove il 28% degli interpellati dichiara di sentirsi esposto quotidianamente alle notizie false.
Tuttavia, oggi, i cittadini italiani sono i meno propensi a pagare per accedere a contenuti di informazione “qualificati”: lo fa, infatti, solo il 7%, a fronte di una media del 12% nei paesi europei. Quasi un italiano su quattro si dichiara però disposto ad acquisire contenuti di informazione a pagamento già oggi, mentre il 22% si ripromette di valutare la spesa solo in caso di aumento dell’esposizione alle fake news.
Le fonti di informazione di cui gli italiani si fidano
Anche i social network iniziano a prendere posizione contro le fake news: recentemente è stata la volta di Twitter, che ha dichiarato che bollerà i post che contengono informazioni false e notizie ingannevoli sulla pandemia come “contenuti fuorvianti”. Tuttavia, oggi i lettori italiani preferiscono affidarsi ai media tradizionali per accedere a contenuti di informazione: si fidano soprattutto di TV (28%), quotidiani e riviste (23%) e siti di informazione (19%). Soltanto il 5% degli italiani interpellati si considera i social media attendibili per l’informazione.
Un italiano su cinque ritiene che l’informazione influisca sui propri valori politici
La maggior parte degli italiani (57%) crede che i media abbiano un impatto nella propria vita. Il 36% crede che siano direttamente correlati con la crescita del proprio livello di conoscenza, il 31% che i media influiscano sull’apprendimento di questioni fondamentali, che altrimenti non verrebbero considerate; il 20% pensa che i media plasmino i propri valori politici, il 18% che influenzino passioni e interessi e il 17% che influiscano sui propri valori di vita.
“Ciò che leggiamo sui media ha un grande impatto in diversi ambiti della nostra vita quotidiana. Un italiano su cinque afferma che il consumo dei media modella i propri valori politici: è quindi della massima importanza accedere a notizie verificate da diverse prospettive”, conclude Marie Sophie Von Bibra, Head of Growth per l’Italia di Readly.
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