Alle soglie del terzo millennio, sembra che l’uomo, nonostante il progresso della tecnologia e delle scoperte, si senta sempre più solo e indifeso in questo mondo in costante metamorfosi. La guerra nel cuore dell’Europa, i cambiamenti climatici, i virus sempre più aggressivi, l’indifferenza delle persone e la solitudine sempre più accentuata dell’uomo, anche se vive in città popolose, sembrano essere i fattori scatenanti della maggior parte delle sue malattie.
Prendendo le mosse dalla matrice storica dell’Europa, multi-versatile culla delle arti, che dal Rinascimento iniziò il glorioso cammino per un rinnovamento culturale ed artistico dopo il periodo medioevale contrassegnato dal Romanico e Gotico, il Movimento socio-culturale RRM3 – RINASCIMENTO-RENAISSANCE MILLENNIUM III, del quale il Prof. George Onsy (Egitto) è Presidente e fondatore – e che vede associato alla presidenza l’italiano Goffredo Palmerini -, si ripropone di avviare un secondo Rinascimento.
Come tutti sappiamo, il Rinascimento fu un vero miracolo non solo artistico ma anche socio-culturale, il cui germe era ancora in embrione nel Medioevo. La rinascita dell’uomo, nella leonardesca visione di “misura di tutte le cose”, ci riporta all’antico pensiero platonico e aristotelico in cui veramente l’uomo rappresentava il metro dell’ambiente spazio-temporale in cui si muoveva, come si evince nell’architettura dei templi greci, e in filosofia con le argomentazioni di alto rigore logico alla ricerca del fine escatologico.
Ma qual è lo spirito da cui prende le mosse George Onsy, Prof. di Architettura e Design presso l’Università russa al Cairo (Egitto)? Qual è il suo ambizioso progetto che sta coinvolgendo ricercatori, poeti, artisti, scrittori da tutto il mondo? Scaturito dalle comuni radici culturali mediterranee, il progetto del Prof. Onsy sta cercando di affrontare i grandi temi strutturali di una società complessa come la nostra, specialmente in questi giorni convulsi in preda ad un conflitto bellico nel cuore della stessa Europa. La crisi ucraina chiama all’appello tutta l’Europa, che appare impreparata ad affrontare in maniera coesa un nuovo conflitto russo-ucraino. L’Europa sembra tentennare tra contrapposti interessi economici, mostrando così tutta la sua debolezza.
Breve illustrazione della nascita del Manifesto per un’Europa libera
Mi viene alla mente il “Manifesto di Ventotene”, avente titolo originale: “Per un’Europa libera e unita”. I promotori del Progetto d’un Manifesto per la promozione dell’unità europea furono Altiero Spinelli ed Ernesto Rossi nel 1941, durante il periodo di confino presso l’isola di Ventotene. Pubblicato successivamente da Eugenio Colorni, a cui è da ascriversi la prefazione, il Manifesto rappresenta le radici stesse dell’Europa, idea nata in un lembo di terra romita sul Mar Tirreno, nel carcere (confino politico) ubicato sulla piccolissima isola di S. Stefano presso l’Isola di Ventotene nell’arcipelago delle isole Pontine. Esso è oggi considerato uno dei testi fondanti dell’Unione europea.
Ebbene, quanti sacrifici furono alla base dell’idea dell’Europa, nata sulle ceneri della seconda guerra mondiale! Proprio a Roma (Italia) in seguito furono firmati, il 25 marzo 1957, i due primi trattati, entrati in vigore il 1º gennaio 1958, per disciplinare rispettivamente: la Comunità economica europea (CEE) e la Comunità europea dell’energia atomica (CEEA o Euratom).
Considerazioni alla luce degli avvenimenti recenti
In base a queste ultime citazioni di carattere storico-politico per ristabilire un rapporto tra antico e moderno, mi ritorna in mente una mia ricorrente riflessione sulla storia dell’Europa, attraversata da momenti molto dolorosi come la Shoah e le due Grandi Guerre, ma anche da momenti di gloria e conquiste artistiche e scientifiche di ampio respiro che hanno contrassegnato anche il secolo XX, nonostante le vicende belliche. Portando indietro l’orologio della storia, vediamo come l’apice della bellezza artistico-culturale italiana che, partendo da Firenze, investì poi tutta l’Europa, sia riconducibile senza dubbio all’Umanesimo ed al Rinascimento (XV- XVI sec.).
Mi ricollego, quindi, a quanto detto nel preambolo per introdurre le linee guida del Movimento RRM3, non solo volte all’estetica del bello, ma anche all’etica del buono, del “Buon Governo”, come quello raffigurato da Ambrogio Lorenzetti in un ciclo di affreschi con l’«Allegoria ed Effetti del Buono e del Cattivo Governo» conservato nel Palazzo Pubblico di Siena (1338-1339). (nella foto in basso)
Ecco, dunque, che il messaggio di un piccolo drappello di coraggiosi, in costante crescita, rappresenti un segnale di speranza. Intellettuali, uomini e donne, non certo “ignavi” di dantesca memoria ma tesi, come Ulisse nella Divina Commedia, alla scoperta ed alla conquista di un mondo apparentemente sopraffatto da ignoranza, indolenza, sopraffazione, fame e miseria.
Ecco che la voce del nuovo Rinascimento sembra vibrare tra le corde stonate di una storia scritta da pochi potenti al mondo. L’essere umano si riappropria, in uno slancio collettivo e democraticamente universale, della sua posizione centrale, come misura di tutte le cose, rialzandosi dalle rovine del passato per riscoprire il suo ruolo di protagonista della storia: non solo pochi potenti all’apice del pianeta, ma masse che si rialzano sulle proprie gambe per camminare verso un futuro più luminoso, più sostenibile ed equo.
Strumenti messi in campo da RRM3
In accordo con il rischio mondiale che stiamo correndo attualmente, i principali fattori a rischio individuati dal Prof. George Onsy sono:
- Economici
- Ambientali
- Geopolitici
- Sociali
- Tecnologici
Questi domini principali vengono poi suddivisi in sottodomini per individuare le cause e gli effetti, come ad esempio i cambiamenti climatici, la cibernetica, l’automazione, i diritti umani e le ingiustizie sociali causate spesso da una mancanza di democrazia e da una pace barcollante in tutto il mondo. Dall’analisi dettagliata delle cause ed effetti, si giunge poi alla constatazione che – così come nell’epoca d’oro del Rinascimento italiano – oggigiorno sia ancora possibile ritornare a ricostruire il nostro mondo malato se, a fronte della buona volontà di ciascuno di noi, ci misureremo con l’ambiente esterno cercando di risolverne le problematiche in corso.
La sfida dei cambiamenti climatici, per esempio, va affrontata repentinamente se non vogliamo giungere alla soglia critica del 2030 con un innalzamento della temperatura di 1,5 °C che porterebbe con sé una serie di sconvolgimenti a livello ambientale. Pertanto, la scelta di esperti in merito a ciascun ambito d’azione è funzionale per individuare le soluzioni ai vari assilli di quest’epoca post-industriale certo non semplice da affrontare.
Dividendo per categoria di azione i membri del Movimento RRM3 e, soprattutto, incrementandone man mano lo sviluppo in un “continuum” di pensiero e azione – non solo filosofico, artistico, poetico, ma anche tecnologico e scientifico – saremmo in grado di riorganizzare le basi di un nuovo pensiero umanistico, in cui la divisione apportata verso la fine del secolo XIX tra “Humanae Litterae” e “Scientia” finisce per decadere in un’ottica dell’unificazione dello scibile umano.
In sintesi, l’obiettivo consiste nel riformare una consapevolezza cosmica di quella unitarietà che caratterizza l’essere umano al di là delle differenze di razza, religione, genere. Solo gettando un ponte di pace tra tutti gli uomini sarà possibile superare le barriere che oggi si frappongono tra noi e la realtà, immagine essa stessa del nostro modo di proiettarci all’esterno.
Cito Sant’Agostino, filosofo e padre della Chiesa, IV-V secolo d.C., e le sue teorie spirituali. Per il vescovo di Ippona, il tempo è una dimensione dell’anima, è la coscienza stessa che si espande per abbracciare con il presente anche il passato e il futuro. Il tempo rappresenta per lui una dimensione soggettiva dovuta allo spirito umano che riunisce in unità la pluralità di esperienze esterne disperse. Malgrado il progresso evolutivo in corso da secoli, oggi l’ignoranza sembra essere prevalente: una dicotomia del sistema di apprendimento tecnologico in quanto contempla solo il lato puramente materiale e consumistico del contesto in cui viviamo, sorvolando la componente spirituale dell’essere umano.
Conclusione
Dalle ceneri del Rinascimento nacquero altre arti e culture, i famosi “ismi”, dal Prof. George Onsy ampiamente citati anche in una delle sue belle poesie, attraverso un fluire di arti, anche sulle macerie delle due grandi guerre. Vagheggiare oggi un Nuovo Rinascimento, morale e culturale, non è solo un’idealizzazione di un’epoca felice da riproporre in mezzo a tante correnti artistiche e culturali. L’Italia, epicentro del vecchio Rinascimento, l’Italia crogiolo di tanti popoli del Mediterraneo, diventerà ancora la culla di un Nuovo Rinascimento?
di Franca Colozzo