La guerra in Ucraina sta determinando impostazioni nuove nelle linee difensive dei paesi europei all’invasione russa.
La Danimarca ha indetto un referendum il 1° giugno per decidere se unirsi alla cooperazione dell’Unione europea in materia di difesa. Ad annunciarlo la premier danese, Mette Frederiksen, sottolineando di sostenere “fortemente” la revoca dell’opt-out, la clausola di astensione della Danimarca dalla partecipazione alle operazioni militari e di difesa dell’Ue.
Frederiksen ha anche espresso l’intenzione di aumentare le risorse di bilancio della difesa danese al 2% del Pil nei prossimi anni.
La Danimarca è arrivata all’esenzione (opt-out) da alcune aree di cooperazione Ue, tra cui l’euro e la politica di difesa e sicurezza, a seguito del voto contrario dei suoi cittadini al trattato di Maastricht in un referendum nel 1992.
L’annuncio di Frederiksen è seguito ad alcuni giorni d trattative tra i vari i partiti politici che, hanno dibattuto sulla possibilità di rivedere le condizioni di riarmo della difesa danese. La spesa per la difesa danese oggi equivale all’1,47% del Pil e portarla al 2% rappresenta “il più grande investimento degli ultimi decenni”, ha affermato Frederiksen, sottolineando anche la volontà di “rafforzare in modo significativo le forze armate sia a breve che a lungo termine”.
La leader socialdemocratica, punta pure a rendere indipendente il Paese dalla fornitura energetica moscovita, affrancandola dal gas russo.