Nel 2021 sono in condizione di povertà assoluta poco più di 1,9 milioni di famiglie e circa 5,6 milioni di individui. E’ il quadro impietoso che emerge dall’Istat e che raggiunge i massimi storici toccati nel 2020. La povertà relativa sale all’11,1% e le famiglie sotto la soglia sono circa 2,9 milioni (erano 2,6 milioni nel 2020). I minori in povertà assoluta sono 1,4 milioni (14,2%).
E non a caso Coldiretti, in una nota stampa a commento dei dati Istat, ricorda che in Italia 2,6 milioni di persone vanno nelle mense di carità.
La povertà non è solo cibo, è anche salute. Il quadro severo del XIX Rapporto Osservasalute 2021 lo dimostra: “La pandemia ha avuto un impatto fortissimo sulla gestione della salute degli italiani, testimoniato ad esempio da un calo generalizzato delle visite e delle ospedalizzazioni. Ad esempio i tassi di ospedalizzazione per le malattie ischemiche del cuore nel 2020 sono calati complessivamente di un quinto rispetto al 2019, sia negli uomini che nelle donne”.
Reddito di cittadinanza, salario minimo? Secondo il Codacons “è evidente che il reddito di cittadinanza ha fallito”, i dati drammatici, secondo la Cisl, tra gli altri, restano sul lavoro. C’è chi chiede un salario minimo e la bomba sociale “peggiora al Sud”, come ricorda sempre la Cisl.
Non va sottostimato il peso della cosiddetta povertà relativa. Sempre Coldiretti regionale Puglia ricorda che “tra le categorie più deboli in Puglia si contano oltre 30mila bambini di età inferiore ai 15 anni che sono a forte rischio di povertà anche educativa e di dispersione scolastica, ma anche gli anziani a basso reddito”. E soprattutto sui bambini è evidente che non c’è sussidio che tenga: serve il lavoro dei genitori, serve la scuola, servono servizi e luoghi anche urbani in cui si creino ghetti e destini.
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