Nel 2022 che l’amore non sia più quello di una volta ormai lo sappiamo molto bene. Così come è cambiata la sua concezione, diversi sono anche i modi di incontrarsi e conoscersi.
I teenager di adesso stanno abbracciando sempre più mezzi di conoscenza a “effetto sorpresa”. Usando piattaforme come “Omegle” o siti d’incontro l’ignoto e i sentimenti vanno a braccetto. È il destino a scegliere con chi chatteranno.
Mi sono chiesta cosa accadrebbe se questo accadesse anche nel mondo reale e gli incontri avvenissero tra persone che non si sono mai viste in vita loro. Quante volte ci hanno detto “non disperare, l’amore spesso è davanti ai tuoi occhi”, ma se questo amore oggi non fosse così visibile? Se brancolassimo nel buio e fosse necessario superare tabù e ostacoli mentali per trovarlo? Più nello specifico, se al buio fossero proprio i primi appuntamenti?
Ho chiesto a 30 ragazzi appartenenti alla generazione Z, considerata la paladina degli amori non tradizionali e delle conoscenze in rete, se fossero mai stati disposti a vivere un’esperienza tale. Mi aspettavo di raccogliere solo risposte affermative e per questo mi sono sorpresa quando la quantità di “si” e di “no” si è rivelata essere praticamente uguale.
La domanda postagli era “andresti mai a un appuntamento al buio?” e la divisione tra maschi e femmine è avvenuta naturalmente. A differenza di come ci si potrebbe aspettare, la maggior parte delle ragazze ha risposto affermativamente. I maschi, al contrario, non sono d’accordo con questa modalità di conoscenza (tranne alcune eccezioni).
La maggior parte delle ragazze però ritiene necessario istituire delle “regole”. Sia Linda che Sara ammettono che sarebbero disposte a lanciarsi in un’esperienza del genere solo in presenza di amicizie in comune, così da poter essere sicure che non sia una persona pericolosa e non avere paura. La sensazione di pericolo è quello che le accumuna a Serena. Mi confessa che si sentirebbe sicura solo se l’appuntamento fosse con una donna, ammette di non riuscire a fidarsi di un uomo senza prima conoscerlo. Sara G. invece, la ritiene un’opportunità per conoscere, senza alcun tipo di impegno, una persona che potrebbe rivelarsi interessante non manifestando alcun tipo di timore o preoccupazione.
Non sono mancate anche le risposte negative. Martina, ad esempio, si dimostra titubante “chi è che mi organizza l’appuntamento? Un mio amico o avviene tramite siti d’incontro? Se non mi dovesse piacere esteticamente? L’idea mi tenta, ma queste incognite per me esercitano un ruolo troppo importante e non penso proprio di riuscire a passarci sopra”.
A fermare alcune di loro è proprio la paura di non sapere che genere di persona potrebbero trovare al loro arrivo, “non so nulla dell’altra persona, per quello che so potrebbe essere anche un maniaco” dice Beatrice con convinzione. Lo stesso vala per Serena D. “non so chi sia e io devo sapere, magari esteticamente si rivela non essere neanche il mio tipo, non potrei mai”. Elisa, così come loro due, ammette di aver risposto di no perché delle persone non si fida, inoltre per lei è fondamentale uscire con qualcuno che la interessi veramente e di cui è sicura.
L’unica a sembrare combattuta tra il sì e il no è Alice: “l’idea in parte mi tenta, ma se non dovessimo piacerci a vicenda cosa succederebbe? E questo pensiero è più forte della curiosità”.
Per quanto riguarda l’universo maschile i “no, non so chi sia questa persona” sono stati molti di più rispetto ai “sì”. La maggior parte di loro sono frenati dal timore di non sapere di che parlare. La paura di sentirsi in imbarazzo supera addirittura quella riguardante i canoni di bellezza.
Alcuni come Fabio, invece, vedono gli appuntamenti al buio come qualcosa di cui non hanno bisogno. “Non sento la necessità di voler andare a un appuntamento con una persona che non conosco, perchè non mi è mai capitato nella vita di voler uscire con qualcuno di cui non conosco niente, nemmeno il volto, giusto per curiosità. Ho sempre desiderato andare agli appuntamenti proprio per vedere quella determinata persona.”
Solo Efrem e Bartolomeo si dimostrano completamente disposti a buttarsi a occhi chiusi. Efrem la ritiene un’esperienza da cui imparare e che possa arricchirlo, sia che si riveli un appuntamento positivo che negativo. “Perchè non dovrei voler provare? Solitamente siamo così tanto concentrati sull’aspetto esteriore che quasi ci vietiamo di prestare attenzione al resto. Dovesse andare male è stata comunque una chiacchierata. Tra l’altro, se sono appuntamenti al buio dovuti a una conoscenza online mi piace pensare come, anche da un solo like su Tinder, possa nascere qualcosa”. Secondo Bartolomeo sarebbe utile, invece, per capire come ci relazioniamo con una persona che non abbiamo mai visto e con cui siamo praticamente costretti a interagire. Per questo motivo non esiterebbe a partecipare.
Al contrario delle aspettative, quindi, non tutti i giovani di oggi sono pronti a conoscere persone nuove in un modo così inusuale. Molti preferiscono gli appuntamenti tradizionali come un film al cinema o un semplice aperitivo. Di conseguenza, non sempre ciò che avviene online può essere replicato nella vita reale con successo.
Adesso però tocca a te rispondere: andresti mai a un appuntamento al buio?