Con l’autorizzazione dell’ Unione europa al consumo umano degli insetti, sono molti gli interrogativi e i quesiti sorti a livello scientifico (non solo) riguardanti i potenziali rischi delle esotiche ‘new entry’ nel campo degli alimenti. Tra i tanti spicca il rischio allergologico che, come sostenuto dall’Efsa, esiste per alcune tipologie di soggetti. L’autorità alimentare europea ha infatti concluso che il consumo del tenebrione mugnaio giallo, noto come verme della farina, può provocare reazioni allergiche, in particolare nelle persone con ipersensibilità preesistenti ai crostacei e agli acari di polvere. Ha inoltre precisato che si tratta tuttavia di casi sporadici.
In tal senso si è espressa la scorsa settimana Coldiretti sostenendo che “al di là della normale contrarietà degli italiani verso prodotti lontanissimi dalla cultura nazionale, l’arrivo sulle tavole degli insetti solleva dei precisi interrogativi di carattere sanitario e salutistico ai quali è necessario dare risposte, facendo chiarezza sui metodi di produzione e sulla stessa provenienza e tracciabilità considerato che la maggior parte dei nuovi prodotti proviene da Paesi extra Ue, come il Vietnam, la Thailandia o la Cina, da anni ai vertici delle classifiche per numero di allarmi alimentari”. E proprio a proposito della tracciabilità si attende l’arrivo di decreti da parte del Governo per imporre di scrivere con evidenza la presenza di farina di insetti sulle confezioni.
“Una misura – continua Coldiretti – per cercare di limitare i pericoli dopo il via libero dell’UE all’uso di larve del verme della farina minore, grillo domestico, larva gialla della farina e cavallettein una serie di alimenti come pane, panini, cracker, grissini, barrette ai cereali, nei prodotti a base di pasta, pizza o cioccolato ma anche nei preparati a base di carne, di prodotti sostitutivi della carne e nelle minestre”.
Pericoli che in realtà sono ancora scarsamente noti, come espressamente dichiarato dalla Commissione europea dopo l’introduzione del quarto insetto nella dieta dei cittadini: il verme della farina minore. Nel suo regolamento di attuazione, ha incoraggiato lo svolgimento di “nuove indagini mirate, sulla base delle limitate prove pubblicate sulle allergie alimentari connesse agli insetti”.
Più in generale, poco si conosce anche riguardo gli effetti degli ‘antinutrienti’ che potrebbero impedireo rendere più difficile l’assorbimento dei nutrimenti. La più famosa è la chitina, contenuta nell’esoscheletro degli insetti, che ha un effetto negativo sulla digeribilità e sull’impiego delle proteine ed oggetto di uno studio del Dipartimento di antropologia dell’Università Rutgers del New Jersey su Molecular Biology and Evolution. Gli autori hanno verificato sulle scimmie la presenza dei geni del principale enzima coinvolto nella digestione della chitina, chiamato CHIA, sempre presente nei primati ma non sempre attivo e con significative differenze da specie a specie. Soprattutto ci sono risultati contrastanti con volontari ‘umani’ occidentali che per l’appunto non hanno la presenza degli insetti nella loro dieta. Inoltre ‘non è chiaro ancora nel dettaglio che cosa succeda né come sia la situazione del gene CHIA’. Altre domande sono in attesa di risposte scientifiche.
Sul tema dell’etichettatura della ‘novelle cuisine europea’ è importante sottolineare l’invito ad evitare il consumo di cibi prodotti con le larve della farina minore ai minorenni. Sempre il regolamento di attuazione della Commissione europea, spiega chiaramente che “gli integratori alimentari contenenti larve di Alphitobius diaperinus in polvere non dovrebbero essere assunti da persone di età inferiore a 18 anni- ed è pertanto opportuno prevedere un requisito in materia di etichettatura al fine di informare adeguatamente i consumatori al riguardo”.
“L’indicazione della presenza di farine di insetti, con grande evidenza, è necessaria – secondo Coldiretti- nelle etichette di tutti i prodotti alimentari e anche in bar e ristoranti, sempre a tutela per la salute degli italiani dai rischi di reazioni allergiche”. Sta di fatto che, in punta di creatività, si potranno trovare sugli scaffali dei supermercati degli snack a base di grillo (in inglese cricket) con nomi magari assonanti al nuovo ingrediente: i ‘Crickers’ ad esempio.
E mentre la strategia della Lega in Europa è quella di far riconoscere i grilli come ‘esseri senzienti’come per maiali, bovini e animali domestici per evitarne la commercializzazione vale la pena ricordare il pensiero sottostante al divieto da parte dell’UE del pecorino sardo ‘Casu marzu’, reo di essere infestato dalle larve della mosca casearia e di cui è stata vietata l’immissione sul mercato dall’art. 14 del Reg. 178/2002. Un alimento in apparenza pericolosissimo ma che secondo gli storici del cibo, risalirebbe all’epoca in cui la Sardegna era una provincia dell’Impero Romano.
Un giorno il ‘Casu marzu’ potrebbe rientrare in commercio utilizzando proprio la stessa normativa europea dei nuovi prodotti alimentari: ‘novel food’.