Roma, 29 aprile 2023 – C’è la fila di auto a Termini, si è creato un piccolo ingorgo e per fortuna il fatto che sia venerdì ne alleggerisce le conseguenze. I vigili deviano attentamente il traffico e Via Cavour è vuota. Poco più in là, all’altezza di Santa Maria Maggiore, si intravedono bandiere e un discreto gruppo di persone. Tutto è molto ordinato ma certo ci sono tante forze dell’ordine schierate.
Circa 2000 persone hanno sfilato ieri nella Capitale per la manifestazione “Non sulla nostra pelle”. Sono migranti e rifugiati che arrivano da tutta Italia. Avrebbero potuto essere di più ma ci sono stati problemi a trovare pullman a sufficienza.
Sui cartelli esibiti dal corteo spiccano alcuni slogan: “Voglio la pace perché conosco la guerra”, “Basta agli accordi con la Libia”, “Vogliamo la regolarizzazione dei braccianti”, “Our blood, your hands”, “Apriti cielo sulla frontiera”, “Pas sur ma peau”, “You gotta fight for your rights”, “Nessuna pace per i ricchi se non c’è pane per il popolo”, “Basta morti nel Mediterraneo”.
E’ una manifestazione multietnica e multilingue, in cui si passa dall’inglese al francese allo spagnolo e all’italiano. Solo una parola viene gridata da tutti nella stessa lingua: liberté.
Pronunciata in francese, questa parola ha una forza diversa, un significato che ci riporta alla rivoluzione europea più importante della storia. Ripetuta decine di volte mette a disagio. Arriva allo stomaco.
Nel comunicato di indizione della manifestazione si legge “non vogliamo farvi pena: siamo solo in cerca di una vita migliore, siamo lavoratrici e lavoratori”.
C’è tutta la disperazione di chi è scappato dalla propria terra ed è arrivato in Italia dove non ha trovato una terra promessa, ma neppure una via di transito. L’Europa è chiusa. La Francia proprio in questi giorni ha aumentato la presenza dell’esercito ai confini con l’Italia. Il messaggio è chiaro: non si deve passare. Se qualcuno di loro arriverà in Inghilterra, sarà messo su un aereo e spedito in Ruanda, come un pacchetto. Chi non continua il proprio viaggio resta bloccato in una nazione che non trova strumenti di accoglienza né tantomeno di integrazione effettiva. Nessun Governo riesce a coinvolgere i Paesi europei in maniera efficace.
La maggioranza di queste persone finisce nel girone dello sfruttamento. Chi tra di loro alza la testa spesso finisce male. Moltissimi minori non accompagnati scompaiono. Sono stati scritti decine di reportage giornalistici sulla condizione degli immigrati e dei rifugiati. Non c’è nulla che non sia già noto.