Roma, 12 settembre 2023– Calano ancora le domande di accesso ai corsi di laurea di Infermieristica: in alcuni atenei, per la prima volta, non raggiungono nemmeno il numero di posti a bando.
La riduzione media è del -10% medio rispetto allo scorso anno accademico (con il rapporto minimo domande/posti che il Paese abbia mai registrato): -12,6% al Nord, -15% al Centro e -5,7% al Sud.
Per questo la Federazione nazionale degli ordini delle professioni infermieristiche (FNOPI) lancia l’allarme: “Senza infermieri l’Italia non avrà più un SSN degno di questo nome, ci aspetta una lunga stagione assistenziale e non saremo più in grado di garantire salute a tutti. È una prospettiva concreta, reale, che comporta perdite economiche, sociali, oltre che un restringimento dei diritti civili”.
La FNOPI chiede un intervento deciso e non più rinviabile delle istituzioni e, a fronte della situazione di fortissimo rischio, fissa i paletti inderogabili per il recupero dell’assistenza.
“È necessario che la “questione infermieristica” venga affrontata nella sua totalità, sottolinea la Federazione: non solo quantitativamente, ma anche qualitativamente, con l’evoluzione degli attuali percorsi formativi offerti ai giovani futuri infermieri, “i veri garanti dell’assistenza”.
Per invertire la rotta FNOPI propone di finanziare le lauree magistrali abilitanti a indirizzo clinico per avere infermieri specialisti in grado di gestire una filiera assistenziale composta da più professionisti con livelli di competenze diversificate; finanziare i docenti infermieri, che devono rientrare sotto il governo del ministero dell’Università e non più sotto quello delle aziende; revisionare i criteri di accesso ai corsi di laurea triennali (test di ammissione separato con nuove modalità; autonomia e specificità della selezione al corso).
La Federazione Infermieri chiede inoltre un cambio immediato dei modelli organizzativi con maggiore autonomia infermieristica e una nuova riqualificazione, il riconoscimento della branca assistenziale infermieristica nei LEA – livelli essenziali di assistenza- e nuovi sbocchi di carriera e professionali.
Sul fronte della retribuzione, poi, Fnopi chiede che l’indennità di specificità infermieristica sia aumentata di almeno il 200% (216 euro lordi/mese).
Per evitare esodi sull’asse Nord-Sud (così come all’estero) “si deve infine intervenire subito sulle modalità di reclutamento e ingaggio per coprire sia i singoli servizi sia le singole aree geografiche con i più giusti e motivati professionisti, in coerenza con le competenze e le specializzazioni, grazie a concorsi mirati e infungibilità”.
“Nessuna altra soluzione – dichiara la presidente della FNOPI, Barbara Mangiacavalli – può essere ritenuta adeguata se prima non saranno messe in atto queste nuove misure strutturali. Senza un deciso e immediato cambio di rotta è a rischio l’applicazione dell’articolo 32 della Costituzione”.
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