È morta Barbara Balzerani, esponente della Brigate Rosse e dirigente della colonna romana. Aveva 75 anni. Nata a Colleferro nel 1949, nel 1975 aderì alle Brigate Rosse di cui fu dirigente della colonna romana. Da giovanissima partecipò all’agguato di via Fani nel 1978, in cui morì l’intera scorta di Aldo Moro. Durante il sequestro del leader della Democrazia Cristiana, Balzerani insieme a Mario Moretti – al quale era all’epoca legata sentimentalmente – occupò la principale base operativa brigatista di via Gradoli 96 a Roma. Prese parte a numerosi omicidi, compreso quello del magistrato Girolamo Minervini nel 1980. Nel 1981 partecipò al sequestro del generale della Nato James Lee Dozier. Dopo il declino e la crisi delle Br, fu arrestata assieme a Gianni Pelosi nel 1985 dopo un lungo periodo di latitanza in cui era stata ribattezzata “la primula rossa delle Br”.
Nel 1987 insieme a Renato Curcio e Mario Moretti partecipò ad un’intervista televisiva nella quale i tre ex brigatisti concordarono nel considerare conclusa l’esperienza della lotta armata in Italia e sancirono formalmente la resa definitiva delle Br e l’abbandono della lotta armata.
Mai pentita mai dissociata
Non si è mai pentita né dissociata. Tuttavia, nel 1993 dichiarò di provare “un profondo rammarico per quanti sono stati colpiti nei loro affetti a causa di quegli avvenimenti e che continuano a sentirsi offesi ad ogni apparizione pubblica di chi, come me, se ne è reso e dichiarato responsabile”. Nel 2003 dichiarò inoltre di non riconoscere motivi di continuità nella ripresa attività delle cosiddette Nuove Brigate Rosse, e definì la scelta della lotta armata e della clandestinità “assolutamente improponibile” nel contesto odierno. In carcere, Balzerani confessò l’omicidio dell’ex sindaco di Firenze, Lando Conti, avvenuto nel 1986.
Nel 2006 le era stata concessa la libertà condizionale. Tornò definitivamente in libertà nel 2011, dopo aver scontato la pena, trovando impiego in una cooperativa di informatica. E’ morta dopo una lunga malattia.
I commenti dei parenti delle vittime
Barbara Balzerani lascia dietro di sè anche interrogativi oltre ai numerosi lutti. “La notizia della morte di Barbara Balzerani mi ha scombussolato. La giustizia vera è quella del Signore e adesso deve rispondere a Dio, a noi non lo ha fatto”. Adriana Zizzi, sorella di Francesco il poliziotto della scorta di Aldo Moro ucciso nell’agguato di via Fani, commenta così all’Adnkronos la morte della ex Br Barbara Balzerani. “Di fronte alla morte non ci sono parole, solo il rammarico perché è venuta a mancare una vita umana, che ha avuto i suoi errori, i suoi sbagli, il suo passato terribile, soprattutto per la società. Ma di fronte alla vita umana c’é solo da farle una preghiera. Ha sbagliato, ha creato dolore ma io non provo odio, perché l’odio distrugge. Pregherò per lei, perché ovunque sarà possa essere accolta”. Così all’Adnkronos Giovanni Ricci, figlio di Domenico, carabiniere ucciso nell’agguato di via Fani.
I commenti sui social
Ciao “Compagna luna”. In tanti sui social nel dare l’addio a Barbara Balzerani ricordano il titolo della sua autobiografia. “Uno dei libri sugli anni Settanta più belli che abbia mai letto”, scrive qualcuno, citando il primo scritto dall’ex Br mai pentita né dissociata, pubblicato nel 1998 da Feltrinelli, poi ristampato nel 2013 da DeriveApprodi. Balzerani era vicina agli ambienti antagonisti. “Ciao, Barbara. Ciao, grande rivoluzionaria”. La saluta il Centro Sociale Anomalia, mentre c’è chi, per rendere “onore alla Compagna Barbara Balzerani”, cita il bandito poeta Sante Notarnicola: “Poche parole. Nessuna retorica. Sappiamo ciò che è Perso. Quando un comunista muore”. E chi celebra “chi non si è mai arreso”: “Un’altra martire – un meraviglioso uccello rosso”. “Barbara Balzerani compagna, amica, sorella ci ha lasciate. Il dolore è troppo grande per riuscire a scrivere altro. A lei dedichiamo il nostro 8 marzo”, scrive su Fb il Coordinamento femminista e lesbica. Qualcuno invita a non dire mai che Barbara Balzerani non c’è più “perché il suo esempio di militante comunista rivoluzionaria in Potere Operaio e nelle Brigate Rosse riluce di forza, coraggio, immaginazione, ostinazione, incredibile potenza ogni giorno su ogni sguardo che si apre. Perché non ha solo combattuto, spezzato catene, ma ha reinventato il mondo. Barbara c’è e ci sarà sempre”.