Gli ucraini potranno colpire oltre confine ma i Paesi Nato sono ancora divisi sulla gestione delle armi in Ucraina. Come finirà? Singolare come i 32 paesi membri dell’Alleanza abbiano dichiarato la propria posizione senza discuterne prima nell’organismo politico, il North Atlantic Council. Storie di una guerra che vede, di fatto, l’Ucraina in difficoltà e le strategie politico-militari, da ambo le parti, che si affastellano senza trovare soluzioni decisive. Dove eravamo rimasti? I favorevoli per azioni militari oltre confine, da parte ucraina in territorio russo, sono Francia, Olanda, Finlandia, Repubblica Ceca, Polonia, Danimarca, Norvegia, Regno Unito e Canada. L’Italia si è dichiarata contraria, così come Belgio, Ungheria, Spagna e Slovacchia. La Germania si è espressa in maniera ambigua e gli Stati Uniti di Biden non hanno ancora deciso. In ballo c’è il prossimo futuro di una guerra che per molti analisti russi è già la terza, mondiale. Lo scenario agita il Cremlino che, nelle ultime settimane, ha conseguito importanti risultati. Diversi sono stati infatti i villaggi conquistati a metà maggio dalle truppe russe nella regione ucraina di Kharkiv, sul versante nord-orientale. Situazione difficile, così come dichiarato dal governatore della regione Oleg Synegubov in diretta tv. La guerra va avanti con il suo portato di sconforto, morti e dolore, Kiev nega di avere perso il controllo ma non smentisce – in questa fase delicata – le difficoltà sul campo. Putin proverà a penetrare oltre confine per una decina di chilometri, l’idea è quella di organizzare una “zona cuscinetto” per proteggere gli attacchi a Belgorod, città russa al confine. Un’altra ipotesi narra di un possibile attacco con i blindati su Kharkiv, già pesantemente bombardata dall’alto. In questo “gioco delle parti” il messaggio del segretario generale della Nato Jens Stoltenberg inchioda i paesi membri alle loro responsabilità: “L’Ucraina può ancora prevalere, ma solo con un sostegno continuo e robusto da parte degli alleati Nato”. E adesso? Si parla di un minimo di 40 miliardi di euro all’anno da stanziare, oltre all’incremento de ruolo di coordinamento dell’alleanza nell’assistenza alla sicurezza e all’addestramento. Il tema principale discusso in queste ore girerà comunque intorno la possibilità di eliminare le restrizioni all’uso delle armi fornite all’Occidente per permettere a Kiev di colpire obiettivi militari in Russia. Sarà escalation? Il fatto che gli USA non si siano espressi favorisce quest’ipotesi ma Biden, di certo, metterà dei vincoli molto rigidi. Gli obiettivi da colpire? Piattaforme di lancio e fonti dirette del fuoco nemico. Difficile che i russi poi reagiscano colpendo obiettivi fuori dall’Ucraina, ma ad oggi non si esclude nulla. Il vero problema di Kiev è la mancanza di truppe. Intanto Mikhail Rostovskij, editorialista del Moskovsky Komsomolets, ha sentenziato che “la discussione su una Terza guerra potenzialmente possibile in un prossimo futuro, è passata agli aspetti pratici”. E abbiamo tutti più freddo.
Articoli correlati
Crisi ucraina, cauto ottimismo ma 600 militari russi sono in Crimea
11 Febbraio 2015
di Roberto Sciarrone -- Sapienza,Università di Roma
Uno sguardo all'Europa
Commenti disabilitati su Crisi ucraina, cauto ottimismo ma 600 militari russi sono in Crimea
Crisi ucraina, il Cremlino attacca: “Se gli Stati Uniti decideranno di armare l’esercito di [b]Kiev[/b], …
Norme più rigorose per veicoli più puliti e sicuri
28 Gennaio 2016
Redazione
Uno sguardo all'Europa
Commenti disabilitati su Norme più rigorose per veicoli più puliti e sicuri
La Commissione propone una riforma radicale del quadro di omologazione UE. In base all’attuale normativa …
Il colloquio tra Francesco e Kirill e quel viaggio a est del 1992
20 Marzo 2022
Redazione
Attualità
Commenti disabilitati su Il colloquio tra Francesco e Kirill e quel viaggio a est del 1992
Roma – “Quello tra Papa Francesco e il patriarca Kirill è stato un colloquio straordinario, …