Parigi, 25 luglio 2024 – Le elezioni legislative per il rinnovo dell’Assemblea nazionale, la camera bassa del Parlamento francese, del 30 giugno e il 7 luglio scorso che, ha visto una competizione accesa tra i principali candidati ha posto in stallo la politica francese per il mancato raggiungimento di numeri che possano garantire la solidità di un governo di maggioranza assoluta.
Le elezioni anticipate del Parlamento sono state annunciate a sorpresa alla Nazione dal presidente Emmanuel Macron, la stessa sera dell’esito elettorale europeo per l’emergere del rafforzamento delle destre in gran parte dei Paesi dell’UE.
Quella di Macron una “strategia” di rimessa in gioco delle forze politiche allo scopo di contrastare la crescente influenza del Rassemblement National (RN) partito di estrema destra guidato da Marine Le Pen.
L’affluenza alle urne è stata alta, riflettendo l’importanza percepita di queste elezioni a dimostrazione della intenzione dei cittadini francesi di far sentire la propria voce in un momento cruciale per il futuro politico del Paese.
Le previsioni iniziali vedevano il partito RN in testa al primo turno, seguito dalla sinistra e dai macroniani. Tuttavia, i risultati finali hanno riservato delle sorprese: così come negli auspici del presidente Macron, la tanto temuta vittoria del RN non si è verificata, relegando il partito di Le Pen al terzo posto. Nonostante le affermazioni del leader del partito, secondo cui “la nostra vittoria è solo rimandata, i risultati di oggi sono i semi della vittoria di domani”, i francesi hanno dimostrato ancora una volta il rifiuto nei confronti della destra estrema.
La vera sorpresa è stato la sorprendente successo al secondo turno del Nuovo Fronte Popolare, guidato da Jean-Luc Mélenchon che malgrado la rilevante affermazione che lo posiziona al primo posto nella competizione elettorale, non possiede i numeri per governare.
Mélenchon comunque non ha perso un secondo nel proclamare la vittoria del suo movimento, dichiarando: “la sinistra ha vinto, ma senza ottenere la maggioranza assoluta.”
Questo risultato ha evidenziato un importante spostamento delle preferenze elettorali verso sinistra, ma ha anche creato una situazione di incertezza politica, poiché nessuna forza politica ha raggiunto i 289 seggi necessari per la maggioranza assoluta.
La coalizione centrista del presidente Macron, che sembrava destinata a una sconfitta, è riuscita a ottenere il secondo maggior numero di seggi, ma anche in questo caso senza una maggioranza chiara. Questo ha posto la Francia in una situazione di stallo politico, poiché non è possibile stabilire chi governerà il Paese senza una prevalenza chiara, e nuove elezioni parlamentari non possono essere indette fino a un anno da quelle appena concluse.
In questo contesto di incertezza, il Presidente Macron ha cercato di garantire una stabilità ai suoi cittadini, rifiutando le dimissioni dell’attuale Primo Ministro Gabriel Attal. Macron ha dichiarato: “Farò un’altra nomina solo dopo che le forze repubblicane avranno raggiunto un compromesso nel rispetto del Paese“. Le sue parole sono state chiare: “Se l’estrema destra è arrivata prima al primo turno con quasi 11 milioni di voti, avete chiaramente rifiutato di farla entrare nel governo. Nessuna forza politica ha ottenuto da sola una maggioranza sufficiente e i blocchi o le coalizioni che sono emerse da queste elezioni sono tutti in minoranza. Tutte le forze politiche che si riconoscono nelle istituzioni repubblicane dovrebbero impegnarsi in un dialogo sincero e leale per formare una maggioranza solida, necessariamente plurale, per il Paese“.
Il Presidente sta cercando di spingere fortemente i partiti affini a creare una coalizione in modo da fronteggiare la destra. Ad esempio, i socialisti moderati potrebbero unirsi al partito Renaissance (prima noto come La République En Marche), in modo da formare un governo di centrosinistra. Tuttavia, la strada verso una coalizione stabile non è semplice, considerando le divergenze ideologiche e programmatiche tra le forze politiche.
La situazione politica in Francia oggi è dunque dalla insufficienza dei numeri per la formazione di un governo di maggioranza sullo sfondo di un equilibrio precario tra necessità di riforme e gestione delle tensioni sociali.
Emmanuel Macron, potrebbe avere l’opportunità di consolidare le sue politiche e affrontare le sfide con determinazione. Tuttavia, il successo del suo governo dipenderà dalla capacità di costruire consenso e rispondere efficacemente alle esigenze dei cittadini francesi.
In aggiunta, le elezioni legislative del 2024 hanno visto un aumento significativo della partecipazione giovanile e un rinnovato interesse per le questioni ambientali e sociali. Questo potrebbe influenzare le future alleanze politiche e le priorità legislative del nuovo Parlamento. Intanto il 23 luglio, Macron ha respinto la proposta del Nuovo Fronte Nazionale NFP, sulla nomina a primo ministro a Matignon, della propria candidata Lucie Castets.
Nfp, partito di sinistra, dopo 16 giorni di negoziati, pressa per la carica a premier dell’alta funzionaria impegnata nella difesa dei servizi pubblici. La candidatura della Castets sconosciuto peraltro negli ambienti politici, saltato fuori a meno di un’ora dopo l’incontro presidenziale è stato sostanziato da Fnp sulla presunzione di poter formare comunque una maggioranza.
Pretesa che Macron senza mezzi termini respinge sottolineando “È falso dire che il Nuovo Fronte Popolare avrebbe una maggioranza, qualunque essa sia”.
Emmanuel Macron ha affermato che procederà alla nomina di un nuovo governo non prima della fine dei Giochi olimpici di metà agosto. Decisione presa secondo il presidente francese nel segno della “tregua”. Diversamente si “creerebbe disordine”. Dunque prima la kermesse sportiva mondiale a Parigi, sulla quale la Francia si concentrerà.
Superata questa fase che servirà a riflettere sull’andamento delle interlocuzioni tra le forze politiche, da cui Macron auspica una unione contro il Rassemblement National. Macron Intervistato da France 2, France Inter e franceinfo, il Capo di Stato francese ha dichiarato: “A seconda di come vanno queste discussioni, sarà mia responsabilità nominare un primo ministro o una prima ministra e affidargli il compito di costituire un governo e di avere la più grande assemblea che gli permetta di agire e di avere la stabilità”.
La Francia dovrà affrontare importanti sfide economiche e sociali, tra cui la gestione della crisi energetica e il rilancio dell’economia post-pandemia. La capacità di Macron e del suo governo di navigare attraverso queste sfide sarà cruciale per il futuro del Paese.