Esiste il lavoro del futuro? Come prepararsi al meglio per affrontare i mutamenti che stanno trasformando il mondo dell’occupazione e i modelli produttivi attuali? Le conoscenze e le competenze che si maturano nella scuola attuale sono realmente in grado di preparare le nuove generazioni a soddisfare le richieste stringenti del mercato occupazionale? A queste e a tante altre domande vuole dare risposte il volume dal titolo “Allenarsi per il futuro. Idee e strumenti per il lavoro che verrà”.
Edito da Rubbettino e scritto a quattro mani da Stefano Maria Cianciotta e Pietro Paganini, il libro, presentato giovedì 10 dicembre a Roma presso la Sala Stampa della Camera dei Deputati, va ben oltre il tradizionale dibattito attorno alla riforma della scuola 2.0 e, partendo da un’attenta indagine sulle radicali e rapide trasformazioni in atto nel mondo lavoro, ipotizza le competenze che dovranno acquisire i giovani e mette sul tavolo i cambiamenti che dovranno essere applicati concretamente sui modelli educativi e didattici.
Da qui ai prossimi anni, le nuove generazioni arriveranno a cambiare, in media, dai cinque ai sette lavori, svolgendo professioni completamente diverse e forse addirittura inesistenti. In questo contesto la sfida sarà riuscire a immaginare la traiettoria di sviluppo dei settori più in espansione e più bisognosi di cervelli. Di pari passo l’istituzione scolastica dovrà dunque dimostrarsi pronta nel formare nuovi talenti da un punto di vista tecnico ed intellettuale, sollecitando creatività e visione per affrontare le professioni del futuro.
“Questo significa che dobbiamo ripensare completamente la Scuola attuale che tende ad assopire, se non addirittura sopprimere qualsiasi pulsione creativa e imprenditoriale. Essere CURIOSI, essere CREATIVI, essere INTRAPRENDENTI: sono queste le tre principali attitudini attorno alle quali dovrà essere organizzata l’attività di insegnamento, in un contesto nel quale il sapere sarà ancora più facilmente accessibile e condivisibile attraverso la rete e le tecnologie. Le classi odierne, frontali e obsolete, dovranno trasformarsi in laboratori di sperimentazione e collaborazione; il ruolo dell’insegnante non si limiterà ad essere il tramite attraverso il quale apprendere, ma dovrà essere un coordinatore, una guida, un vero e proprio motivatore” – afferma Pietro Paganini.
“Il nuovo modello scolastico pedagogico, oltre che complementare al mercato del lavoro e ai cambiamenti socio-culturali – sostiene Stefano Cianciotta – dovrà essere in grado di anticipare e favorire la formazione di modelli di sviluppo sempre nuovi e proporre un metodo di apprendimento capace di far crescere una generazione di innovatori che siano in grado di adattarsi costantemente alle trasformazioni socio-economiche, anche quando avranno un’età avanzata. Ed è anche per questo che il nuovo sistema formativo, così come quello già proposto da Montessori, opererà attraverso un processo di apprendimento costante nel tempo, long life learning, perchè sappia formare chi deve continuare ad “allenarsi” per affrontare le sfide del Futuro.”
Senza la presunzione di offrire soluzioni, ma con l’obiettivo di indicare prospettive concrete e raccontare case histories di aziende che hanno investito e continuano a scommettere sul futuro, i temi affrontati nel libro hanno come comune denominatore la necessità di costruire percorsi virtuosi perché il nostro Paese si riappropri, valorizzandolo, del suo patrimonio più importante: la passione e la creatività dei giovani.
Alla presentazione del libro, a discuterne con gli autori e con la moderatrice Francesca Fialdini, conduttrice del programma di RaiUno ‘UnoMattina’, rappresentanti del mondo politico-istituzionale e imprenditoriale: da Dorina Bianchi, Senatrice del Nuovo Centro Destra-Area Popolare, a Mariastella Gelmini, esponente di Forza Italia, già ministro della Pubblica Istruzione durante il Governo Berlusconi; da Simona Malpezzi (Partito Democratico), componente della Commissione Cultura, Scienze e Istruzione a Carla Ruocco (Movimento 5 Stelle). E ancora Marco Ceresa, Amministratore Delegato di Randstad Italia, e Roberto Zecchino, Direttore Risorse Umane e Organizzazione della Robert Bosch Italia.