Un soggiorno nel Salento permette di riconciliarsi con se stessi dal momento che sono a disposizione spiagge quasi deserte e mare cristallino a perdita d’occhio. In questa terra fortunata baciata dal sole si può passeggiare tra gli ulivi secolari, alcuni dei quali risalenti all’epoca romana, o scegliere come itinerario le città d’arte e le Grandi Feste di tradizione che chiudono la stagione estiva. Sono proprio questi i contenuti di un’offerta turistica per l’autunno nel Salento presentata nei giorni scorsi nel corso di un educational dal tema: “Settembre nel Salento, Grandi Feste di tradizione e vendemmia del Negroamaro” organizzato dalla giornalista Carmen Mancarella, direttrice della rivista di turismo e cultura del Mediterraneo Spiagge, la cui parte operativa è stata curata dall’agenzia Losurdo Viaggi di Rutigliano, grazie ad un finanziamento dell’assessorato alle Industrie turistiche e culturali, diretto da Loredana Capone attraverso PugliaPromozione, nell’ambito del Programma operativo regionale Fesr-Fse 2014-2020 “Attrattori culturali, naturali e turismo”.
I riti nel Salento, con le statue dei Santi portate in processione e le luminarie, vestono di colori le piazze. La fede si traduce in momenti intensi e spettacolari, nel silenzio della sera le città conservano la loro teatralità. Seguire gli abitanti di tutto il paese e assistere alle lente processioni, non può che commuovere alla vista di tanta fede.
A Melendugno – che vuol dire portatore di dolcezza -la processione è per il Protettore, San Niceta, un Santo arrivato dall’Oriente, martire del IV secolo che si rifiutò di tornare al paganesimo e il cui culto venne “importato” dai mercanti Veneziani, che intessevano intensi scambi commerciali con il Salento e la Puglia.
Il comune è una ridente cittadina che con il suo vasto territorio si distende lungo la costa salentina dove sventola la Bandiera Blu. Importanti per l’economia turistica sono le marine di Torre dell’Orso, San Foca, Roca Vecchia e Sant’Andrea. Nel centro storico, caratteristiche sono le case a corte di origine medievale mentre numerosi sono i frantoi ipogei, a testimonianza della floridità dell’economia agricola. A Copertino, a pochi chilometri di distanza, la festa è in onore di San Giuseppe da Copertino, che quanto era in estasi si sollevava da terra, nato in una stalla proprio di fronte alla chiesa, viene venerato in tutto il mondo quale Protettore dell’aviazione e degli studenti. Il Santo, al secolo Giuseppe Maria Desa, mai avrebbe potuto pensare in vita che avrebbe assunto tale ruolo, lui che venne rifiutato da alcuni Ordini per «la sua poca letteratura» (aveva dovuto abbandonare la scuola per povertà e malattia), venne accettato dai Cappuccini e poi dimesso per «inettitudine». Qui la notte è stata vinta dalle luminarie di Marianolight che hanno rischiarato a giorno Copertino costringendo grandi e bambini a tenere il naso all’insù per lo stupore creato da milioni di lampadine multicolori. Le luminarie pugliesi sono esportate in tutto il mondo, come la danza della pizzica salentina, portando un pezzetto di Salento nei grandi eventi e facendo diventare l’illuminazione un’arte trasformando le grandi feste di tradizione in eventi collettivi.
Per quanti vorranno concedersi un meritato riposo, una passeggiata in riva al mare a Porto Cesareo e quello che ci vuole. Si potrà fare un giro in barca fino all’isola dei conigli dove è stata istituita l’area marina protetta che arriva fino a Nardò, una delle poche che ha realizzato la mappatura dei fondali. La città è famosa per la via delle pescherie, definita unica al mondo. Come tutte le terre del sud anche il Salento con la sua vocazione vitivinicola ha una sua personalità da rispettare e da interpretare, da capire e da valorizzare. E nel Salento l’enoturista in autunno può prendere parte alla vendemmia o andare alla scoperta dei grandi vini, degustandoli direttamente in cantina.
La Cantina Conti Zecca di Leverano, in provincia di Lecce, e fra le aziende più antiche che meglio raccontano l’eccellenza della terra salentina con i colori, i profumi e i sapori di una delle tradizioni agricole più importanti e ricche del territorio nazionale. La storia della famiglia Zecca risale ad oltre cinquecento anni, provenienti da Napoli, si dedicarono alla produzione viticola, accrescendo le proprietà e sviluppando il commercio in circuiti sempre più ampi, oggi anche verso il Giappone. Una storia di qualità fondata sui vitigni autoctoni Negroamaro, Primitivo, Malvasia Nera e Bianca coltivati con cura nelle quattro tenute di famiglia: Cantalupi, Donna Marzia, Saraceno e Santo Stefano. Nel Salento, da sempre una terra magica, il sole vi bacia tutto l’anno, il fascino dell’arte, l’ottima cucina mediterranea e l’ospitalità sincera accolgono il turista in un paesaggio da sogno, dove antichi ritmi diventano musica contemporanea nella Notte della Taranta.
” Abbiamo stimolato le imprese turistiche pugliesi a elaborare itinerari e percorsi che ruotano intorno al cibo e al paesaggio rurale, declinati con le bellezze naturali e le produzioni locali tipiche, l’archeologia e le arti creative (teatro, fotografia, musica) – commenta l’Assessore alle Industrie turistiche e culturali della Regione, Loredana Capone – le proposte sono tante e tutte molto interessanti, innovative e creative e promuovono il life style pugliese. In questo modo abbiamo animato il territorio della Puglia con una offerta turistica di qualità fondata su cultura, cibo e sport, garantendo una buona accoglienza ai turisti che abbiamo invogliato a venire anche fuori dalla stagione balneare“.
Il Salento fa dunque perno sui valori dell’accoglienza, dell’ospitalità e della qualità, nell’ottica dello sviluppo sostenibile, durevole e integrato.