“Cosa ne volete capire voi, avete solo 20 anni”, quante volte i giovani durante un dialogo si sono sentiti controbattere con una frase simile.
Avere vent’anni nel 2022, significa essere spesso etichettati come superficiali. D’altronde sono “sempre attaccati a quel telefonino” e “la guerra non l’hanno mai vissuta”.
Nove adulti su un totale di dieci intervistati ritiene che i giovani si informino solo grazie a un ascolto passivo dei familiari o delle attività svolte a scuola. Pensano che la guerra sia percepita dai ragazzi come troppo lontana, quasi come ne fossero completamente “distaccati”. Uno solo, invece, li ritiene informati tanto quanto gli adulti se non di più, li definisce come “quasi curiosi e per certo emotivamente coinvolti”.
Ora però che la guerra è scoppiata “dai vicini di casa” e la stanno quasi provando sulla loro pelle che cosa sentono? Cosa ne pensano?
Altrettanti 10 ragazzi, l’uno diverso dall’altro, in risposta a quanto creda la generazione a loro precedente hanno espresso paure, opinioni e sensazioni riguardo al difficile periodo storico che li sta toccando.
Le domande che gli sono state poste erano cinque:
- Lo sai perché sia effettivamente scoppiata la guerra tra Ucraina e Russia?
- Se si, dove e come l’hai appreso?
- A quando risale l’ultima volta che ti sei informato volontariamente riguardo alla situazione?
- Che cosa provi sinceramente quando ci pensi?
- Ti lascia indifferente?
- Ti senti emotivamente coinvolto?
- Eviti volontariamente di non pensarci?
- Che pensieri hai a riguardo?
All’unanimità tutti e dieci affermano di essersi informati e di conoscere le ragioni del conflitto. Le fonti delle informazioni sono perlopiù inusuali rispetto il solito giornale o telegiornale: i social come Twitter, Instagram e YouTube sono quelli che vanno per la maggiore grazie alla loro rapidità, ma si fanno spazio anche i canali Telegram di geopolitica. Uno dei dieci ragazzi, Lorenzo, li ritiene addirittura uno dei mezzi migliori per ottenere informazioni veloci e attendibili.
L’unica preoccupazione che è sorta riguardo l’ambito informativo è stata la titubanza di Martina nei confronti dell’affidabilità delle fonti e delle cause dell’inizio della guerra: “ognuno crede di avere la verità in tasca, è difficile essere sicuri. Si pensa che sia avvenuto per questioni territoriali, perchè l’Ucraina vuole far dell’Unione Europea, per acquisire risorse o ottenere l’accesso al mare. Potrebbe essere una di queste ragioni, come tutte, come nessuna. Per questo motivo non riesco a dire con certezza di saper esattamente il motivo”. Tutti gli altri, al contrario, sembrano discretamente certi riguardo l’affidabilità delle fonti da loro utilizzate, ma comunque consapevoli della grande quantità di fake news che circolano.
Diverso è il discorso riguardo la tempistica con cui si informano, solo un ragazzo sui dieci intervistati si informa quotidianamente. I restanti ammettono di farlo con scadenza settimanale o mensile, il motivo però è diverso rispetto a quello che si potrebbe credere: non si informano volontariamente non per disinteresse, ma per, cito, “tutelarsi personalmente”. Sentendosi impotenti ed emotivamente coinvolti, soprattutto dal punto di vista umano, evitano di proposito le notizie per non stare male. Nessuno di loro, si sente quindi indifferente alla situazione. Sia Bartolomeo che Lorenzo esordiscono rispettivamente con “vivo male questo periodo, mi fa sentire inerme e come se dagli errori non avessimo imparato niente”.
Bartolomeo ammette di interrogarsi quotidianamente su “perché le persone pensino di avere potere di ucciderne altre”, altri invece ammettono di provare “schifo e sdegno” nei confronti del presidente della federazione russa Vladimir Putin e della guerra in sé. Nel complesso tutti non capiscono la necessità di uno scontro del genere, ritenendolo solo “un egoismo ingiustificato”. Secondo loro nel 2022 “la guerra non dovrebbe neanche esistere, prediligendo soluzioni e vie pacifiche”.
Con l’utilizzo delle piattaforme online, quali ad esempio Instagram o Twitter, è stato possibile far informare i giovani in maniera più immediata e coinvolgente, per questo motivo tutti e dieci affermano di sentirsi fortemente toccati e coinvolti da quanto stia succedendo.
Margherita l’ha addirittura definita una guerra “social”, effettivamente il coinvolgimento dei social media è totale, rendendolo un “fenomeno virale” (Sergio Barlocchetti, 22 febbraio 2022, “Russia- Ucraina la prima guerra di internet, tra hacker e social”, PANORAMA, https://www.panorama.it/Tecnologia/social-network/russia-ucraina-social-network-internet-hacker).
Un pensiero accomuna però entrambe le generazioni: il dispiacere nei confronti dell’umanità (con una sensibilità e un’empatia maggiore nei confronti del popolo ucraino) di dover affrontare un ulteriore disgrazia immediatamente successiva a quella pandemica.
Questo, insieme a quanto affermato sopra, portano allo scoperto un lato dei giovani ancora sconosciuto agli adulti: un coinvolgimento empatico nei confronti delle persone innocenti coinvolte nella guerra tale da creare un binomio conflittuale tra “mi informo per conoscere o faccio finta di non vedere per non intristirmi?”
Tanta è anche la paura dei ragazzi di un futuro senza sicurezze. Martina ammette con dispiacere “mi sento incerta riguardo a ciò che sarà, sto perdendo le speranze in una vita pacifica”.
Come dice Lorenzo, “la guerra è sempre guerra, lontana o vicina che sia”, è impossibile che passi in sordina, lasciando le persone indifferenti.