Il nuovo codice degli appalti sarà il tema di studio della giornata di formazione organizzata da Ance Foggia per domani mercoledì 8 giugno, dalle 9 alle 16 e 30, presso la sala convegni del Formedil (via Napoli, km. 3,8).
Tra rappresentanti delle imprese e dirigenti delle stazioni appaltanti interessati ad approfondire la nuova normativa, sono oltre 180 le adesioni pervenute, a testimonianza dell’importanza della riforma varata.
Dopo l’intervento introduttivo di Gerardo Biancofiore, Presidente di Ance Foggia e numero uno del Gruppo Pmi Internazionale dell’Ance, si terrà l’articolata relazione di Alberto Mischi, Avvocato Amministrativista del Foro di Bologna. L’analisi di Mischi passerà in rassegna tutti i punti fondanti della riforma: dalle nuove regole per le stazioni appaltanti e per le imprese, ai poteri attribuiti all’Autorità nazionale anticorruzione (Anac); dalle procedure di affidamento lavori, alla gestione del contratto di appalto.
L’incontro promosso da Ance Foggia punterà anche a sottolineare alcune criticità del nuovo strumento normativo.
“Il nuovo codice sugli appalti risponde a una necessità assoluta per il sistema delle infrastrutture e dei beni e servizi di pubblica utilità”, sottolinea Biancofiore. “Bisognava semplificare, ridurre i tempi delle aggiudicazioni e della realizzazione di opere e prestazioni, garantire trasparenza e legalità. Ben venga, dunque, il nuovo strumento normativo, non a caso offriremo a un pubblico selezionato di diretti interessati un’importante opportunità di approfondimento. Ma alcune criticità vanno riviste.
E’ da più giorni che leggiamo sugli organi di stampa le meraviglie decantate del nuovo codice degli appalti. Si parla di trasparenza, economicità, efficacia e libera concorrenza. In estrema sintesi: la panacea di tutti i mali dei contratti pubblici. In realtà, il Codice è ben lungi da tutto ciò. In particolare, l’enfatizzazione dell’OEPV (offerta economicamente più vantaggiosa) presenta una serie di difetti evidenti: allungamento dei tempi di aggiudicazione, incremento dei costi di partecipazione per le imprese, aumento dei costi per le stazioni appaltanti, estensione di una cattiva prassi che ha finito per rendere le migliorie e ancor più le opere aggiuntive richieste in gara, un ribasso mascherato a carico degli operatori economici, possibili effetti di un localismo mascherato e incremento del contenzioso relativo alla fase di scelta del contraente.
Se a questo aggiungiamo la mancanza di sorveglianza nel mercato sotto soglia, questo porterà alla restrizione se non proprio alla scomparsa dello stesso.
Per tale ragione, come Ance, partendo proprio dalle segnalazioni citate, abbiamo chiesto che l’offerta economicamente vantaggiosa sia vietata al di sotto di 2 milioni e mezzo di euro e sia consentita da 2,5 milioni alla soglia comunitaria solo per lavori di particolare complessità o elevato contenuto tecnologico.
Al tempo stesso abbiamo proposto , per gli appalti aggiudicati con il metodo dell’esclusione automatica delle offerte anomale, un meccanismo antiturbativa he rende ignoto ai concorrenti, al momento della partecipazione alla gara, il metodo della determinazione della soglia di anomalia.
Il raggiungimento di questo obiettivo, che deve essere condiviso da tutti, esclude che si cerchino scorciatoie, si invochino favori, si perseguano interessi personali, si navighi all’esterno del vivere civile.
Solo in tal modo, eliminando ogni ombra, potremo rivendicare con il giusto orgoglio di essere gli eredi, degni, della storia di cui parla ogni pietra delle nostre città.
Questo codice degli appalti, ogni giorno che lo leggiamo, ci evidenzia delle criticità e ci dà tanti spunti di riflessione. La legge delega infatti prevede entro un anno che una serie di norme possano essere modificate.
L’obiettivo è far ripartire gli investimenti pubblici, semplificare e lottare contro la corruzione.
Questo Codice sarà una risorsa e non un problema, se risolviamo tutti i problemi aperti e, devo dire, sia Cantone che il Ministro Delrio hanno affermato di essere pronti a cambiare il codice in corso d’opera.
Il vero problema sarà questa fase transitoria”.