NAPOLI – «C’è un silenzio assordante della politica sul destino del superbonus: nessun partito ha finora preso una posizione su uno strumento di rilancio fondamentale dell’economia italiana che ha rimesso in moto un comparto strategico e dato lavoro a oltre 634mila persone».
A dirlo è Massimo Di Santis, presidente del gruppo Giovani Confapi di Napoli.
«Il superbonus – aggiunge Di Santis – è rimasto ingiustamente vittima di una campagna stampa di demonizzazione malgrado gli eccezionali risultati, in termini economici, raggiunti nel 2022: a giugno scorso, ha generato un valore pari a 125 miliardi di euro a fronte di un impegno di 39 miliardi. E questo senza considerare la leva occupazionale che porterà poi nuove risorse all’Erario a cominciare dall’anno prossimo».
«Non è possibile che nell’agenda del futuro governo, di qualunque colore esso sia, manchi del tutto il capitolo superbonus: ci sono decine di migliaia di aziende che, con enormi sacrifici, stanno completando cantieri, da nord a sud, senza la sicurezza che i crediti poi maturati siano effettivamente monetizzabili».
«Le continue modifiche imposte dal legislatore alla normativa hanno non solo reso più difficile la cessione del credito indiretto – prosegue il leader delle Pmi napoletane – ma hanno altresì spaventato i maggiori players del mercato come Poste, Cassa depositi e prestiti e i grandi istituti bancari, che hanno sospeso o diminuito, in maniera significativa, l’acquisto dei crediti con lo sconto in fattura».
«Nella sola provincia di Napoli, secondo alcune ricerche che stiamo ancora sviluppando, almeno il 45 per cento delle aziende operanti nel campo dell’edilizia è in difficoltà nella gestione dei cantieri del superbonus, o è a rischio default per i crediti inesigibili che sono stati maturati ma che non possono essere venduti».
«Per questo rivolgiamo un appello a tutte le forze politiche affinché non solo difendano e rifinanzino il superbonus ma facciano anche finalmente chiarezza sulle modalità di cessione del credito. Non è possibile immaginare – conclude Di Santis – che, per colpa di pochi e ben individuati criminali, l’intero settore dell’edilizia paghi un prezzo altissimo in termini di crescita e di occupazione».