Più di 190 Amministratori, editori e ‘leader digitali’ che sono stati intervistati nel Rapporto hanno stilato una graduatoria delle principali preoccupazioni che affliggono gli editori online.
Eccole nell’ordine:
– il potere delle piattaforme internet e social (21%),
– l’incapacità di saper innovare i processi interni (20%),
– i cambiamenti in atto nell’ambiente in cui operano (19%),
– il timore di sbagliare strategia (18%),
– la resistenza interna al cambiamento (17%),
– e, all’ultimo posto, l’instabilità politica (6%).
EDITORI VS PIATTAFORME WEB
L’indagine dimostra come il potere ed il ruolo che i social, come Facebook e Twitter, stanno assumendo vengano percepiti dal 44% degli intervistati come la più grande minaccia per il 2018. Un dato che sale al 55% se si considerano esclusivamente gli editori di giornali online.
Quest’ultimi sono tra coloro che maggiormente temono la diffusione delle piattaforme web, che stanno sempre più stornando i profitti derivanti dai ricavi pubblicitari. Non tutti i Social Network sono però visti con uguale preoccupazione. Su una scala da 1 a 5, c’è una visione più positiva verso Google (3.44) e Twitter (3.23) rispetto a Snapchat (2.82) e Facebook (2.57).
Il sentimento nei confronti di Facebook, in particolare, sembra essere peggiorato a seguito del suo ruolo nell’ospitare fake news e lo scarso successo che hanno avuto i video.
NON SOLO PUBBLICITA’
L’ indagine mostra quanto la pubblicità diventerà meno importante nel tempo (62%), con un media su dieci (10%) che dichiara di pianificare attivamente un futuro di news con pubblicità sui display ridotta o nulla. Si tratta di una significativa inversione di tendenza. Oggi le grandi piattaforme socia si stanno accaparrando la maggior parte dei fondi pubblicitari digitali grazie alla loro capacità di indirizzare il pubblico in modo efficiente e su vasta scala. I media, dal canto loro, stanno tentando di studiare e nuove modalità di profitto, come ad esempio alcune forme di pagamento del lettore.
Nel report, il 44% degli editori afferma che l’abbonamento digitale rappresenterà un flusso di entrate molto importante rispetto a qualsiasi altra opzione. I video (ads o sponsorizzati) interessano circa la metà degli editori, la “membership” e’ considerata molto importante per il 16% degli interpellati, mentre le “donazioni una tantum” interessano il 7% degli intervistati.
Spostarsi quindi verso una strategia del “reach + ads a engagement + subscriptions” non sarà solo un semplice cambiamento nel modello di business, ma obbligherà gli editori a ripensare i contenuti che creano, e al pubblico a cui rivolgersi.