PALERMO – Scrivere raccontando i fatti con la schiena dritta e sempre con un senso alto della propria professione. Con questo spirito, in occasione del 40esimo anniversario dell’uccisione del cronista di giudiziaria del Giornale di Sicilia Mario Francese, avvenuta per mano mafiosa, al teatro Santa Cecilia si è svolta la XXII edizione del premio giornalistico dedicato a lui e al figlio Giuseppe. Alla cerimonia ha partecipato oltre a Giulio Francese, il figlio di Mario Francese e attuale presidente dell’ordine dei giornalisti della Sicilia anche il presidente nazionale dell’ordine dei giornalisti Carlo Verna.
L’introduzione della kermesse è stata affidata al Cunto di Salvo Piparo con cui ha ricordato la vita e la morte di Mario Francese su un testo del giornalista Felice Cavallaro. Ad avere il riconoscimento con il premio Mario Francese sono stati la giornalista della Rai per il Medio Oriente Lucia Goracci, il siciliano Paolo Borrometi mentre al calabrese Alessandro Bozzo è andato alla sua memoria il premio Giuseppe Francese, istituito per la prima volta quest’anno. Alessandro Bozzo si tolse la vita nel 2013. Fra i motivi del gesto estremo infatti, anche il rapporto di lavoro: fu costretto, secondo la procura, a dimettersi e accettare un contratto a tempo determinato con un’altra società rinunciando a ogni diritto di rivalsa. Il premio è stato ritirato dalla madre e dalla sorella del giornalista. “Mio figlio è rimasto solo subendo ricatti ed ingiustizie – racconta commossa la madre -. Alessandro è stato una vittima del sistema che non voleva arrendersi. Oggi vi dico di essere coraggiosi e di continuare sempre per la vostra strada”.
“Io non mi sento un modello e ho paura come tutti. Nonostante tutto – dice Paolo Borrometi – vado avanti perché il nostro dovere è quello di scrivere ma soprattutto di garantire il diritto dei cittadini ad essere informati. Dedico questo premio a Giulio Regeni, la cui morte non ha trovato ancora né verità né giustizia e al magistrato Nino Di Matteo”. Sono stati inoltre consegnati i riconoscimenti agli studenti delle 12 scuole che hanno partecipato alla sezione a loro dedicata del premio con la realizzazione di alcuni video. Il tema dei loro progetti è stato “L’informazione che vorrei”. Ad avere il primo premio è stato il liceo linguistico Bonaventura Secusio di Caltagirone (CT) seguito dal secondo premio assegnato agli studenti del liceo scientifico Benedetto Croce di Palermo e dal liceo classico Ruggero Settimo di Caltanissetta. “Il pensiero nostro va oggi a tutte le vittime – dice Ischrak Mtir, studentessa del liceo di Caltagirone -. Rivolgo un appello alla mia generazione affinché possiamo essere sempre svegli ed attenti perché non siamo soltanto i giovani del futuro ma anche quelli dell’oggi e del domani”.
“Rivivere ogni anno questo momento mi emoziona davvero molto – dice Giulio Francese -. L’esempio forte di mio padre mi spinge a trasmettere la sua testimonianza ai giovani. I ragazzi pur non avendo vissuto questi eventi drammatici hanno bisogno di conoscere per capire che la Sicilia è terra di mafia ma anche di tante persone che l’hanno combattuta e la combattono che non si sono voltate dall’altra parte anche a costo della vita. I giovani, hanno bisogno di esempi e di valori forti perché devono capire che sono i protagonisti positivi di un cambiamento della nostra società. Proprio per questo bisogna sempre partire dalla persona per fare comprendere che in Sicilia è stato versato tanto sangue innocente di chi cercava solo di fare bene il proprio dovere per una società migliore”. La premiazione si è conclusa infine con i dati dell’indagine dell’istituto Demopolis sui giovani e l’informazione in Italia, voluta dall’ordine dei giornalisti e presentata nei giorni scorsi a Roma insieme all’edizione del “Premio Mario e Giuseppe Francese”.
Secondo i dati il 95% degli under 30 fruisce quotidianamente della rete e il 60% è di fatto sempre connesso a Internet. Il 75% di loro entra in contatto con l’attualità attraverso siti web, portali e testate on-line. Di conseguenza la fruizione dei tg e dei programmi d’informazione passa in 10 anni dal 76 al 66%, quella dei siti di informazione on-line dal 31 al 75%; cresce di quasi 50 punti, dal 15% al 63%, l’utilizzo dei social quale strumento di informazione. È invece sempre più residuale, tra gli under 30, il peso della carta stampata. Dall’indagine emerge infine che il 70% dei giovani è interessato al giornalismo d’inchiesta e di denuncia.