Sulla spinosa questionedel salvataggio dell’Inpgi (Istituto Nazionale di Previdenza dei Giornalisti Italiani) e il riordino sul piano contrattuale e previdenziale dei comunicatori e degli addetti all’informazione, appare quanto mai utile richiamare la Sentenza 214/1972 della Corte costituzionale presieduta da Costantino Mortati : “Insussistente l’analogia fra la Cassa di previdenza dei giornalisti e quelle degli avvocati, dei dottori commercialisti, dei ragionieri e dei geometri. In sostanza, la cassa dei giornalisti costituisce un settore autonomo del complesso sistema previdenziale predisposto a tutela dei lavoratori dipendenti e i cui compiti sono assolti principalmente dall’INPS”.
”Governo e Parlamento hanno tradito quel giudicato costituzionale (art. 136 Cost.) quando, con il dlgs 509/1994, hanno deliberato la collocazione dell’Inpgi tra le casse privatizzate dei liberi professionisti. Conclusione: l’Istituto di previdenza dei giornalisti deve tornare pubblico come è stato dal 1951 al 1994, quando le pensioni dei giornalisti erano garantite dallo Stato.L’Inpgi era, è e rimane ente sostitutivo dell’Inps, peculiarità che non appartiene alle altre casse privatizzate dei liberi professionisti. Così Franco Abruzzo , presidente di UNPIT che in aggiunta, nel gennaio 2017 sosteneva : “L’Inpgi/1 oggi è sull’orlo del commissariamento. Con riferimento alla sentenza 214/1972 della Consulta, Governo e Parlamento devono al più presto rispolverare lo ‘schema Inpdai’ del 1995/1996: da ente privatizzato come l’Inpgi/1 con il dlgs 509/1994, l’Inpdai (che navigava in brutte acque) tornò prima ente pubblico per poi essere assorbito dall’Inps. Questa storia dovrebbe ripetersi con l’Inpgi/1 che oggi accusa una gestione fallimentare sotto la regia di Fnsi e Fieg. Solo così le pensioni dei giornalisti sarebbero al sicuro”. I sindacati confederali hanno abbandonato il “governo” dell’Inps quando si sono resi conto che questo Istituto aveva bisogno di “amministratori di mestiere”. L’Inpgi/1, l’unico ente privatizzato sostitutivo dell’Inps, è in sostanza l’Inps dei giornalisti dipendenti, bisognoso di ‘manager di mestiere’. Fnsi e Fieg devono lasciare il Cda dell’Istituto al più presto. Solo così si può avviare il processo di salvataggio delle pensioni dei giornalisti” IL commento di Franco Abruzzo che negli anni ha anche lanciato un messaggio di DIFFIDA AI MINISTRI DELL’ECONOMIA E DEL LAVORO dall’approvare la delibera del Cda dell’Inpgi 28/9/2016 (affetta da vizi di legittimità) in cui è prevista l’applicazione del contributo di solidarietà sugli assegni. La riduzione forzosa dei vitalizi dei giornalisti pensionati italiani è arbitraria perché l’Istituto non ha titolo di sostituirsi al legislatore; perché adottata unilateralmente in mancanza di una autorizzazione legislativa a monte e perché è in contrasto con le sentenze 116/2013 e 173/2016 della Corte Costituzionale. Censurabile il comportamento della Fnsi che ha dato disco verde ai “tagli” tradendo lo Statuto e una parte dei suoi rappresentati. Il prelievo bocciato in passato dalla Cassazione. I giornalisti pensionati hanno già dato prova di solidarietà generazionale negli ultimi anni con il blocco delle perequazioni e con il contributo di solidarietà 2014-2016, con un esborso di oltre 30 milioni di euro rimasti nelle casse dell’Inpgi, che alla fine del 2017 saliranno a 36 milioni.
TESTO INhttp://www.francoabruzzo.it/document.asp?DID=22472
Sui bilanci in rosso dell’INPGI e per le conseguenti perdite milionarie previste nel triennio 2017-2019, Daniela Stigliano, Consigliera generale Inpgi , agli inizi del 2016 chiedeva l’intervento del governo. ‘’Le responsabilità dei ministeri vigilanti. La legge 509 parla chiaro: “In caso di disavanzo economico-finanziario, (…) si provvede alla nomina di un commissario straordinario“. E dopo tre anni, se le cose non si rimettono a posto, arriva il “commissario liquidatore“.Se vogliamo davvero salvare l’Inpgi e le nostre pensioni – sosteneva Stigliano – dobbiamo chiedere, tutti insieme, un intervento straordinario di sostegno finanziario da parte dello Stato, con il contributo sostanziale delle aziende. E sfidiamo il governo e i ministeri vigilanti, che evidentemente hanno finora vigilato ben poco, ad assumersi loro la responsabilità di scippare le pensioni ai giornalisti’’.
TESTO INhttp://www.francoabruzzo.it/document.asp?DID=21918
FRANCO ABRUZZO, giornalista professionista dal 3/2/1963, già in forza a IL GIORNO e a IL SOLE 24 ORE, presidente dell’Unpit (Unione nazionale pensionati per l’Italia – www.unpit.it ), sindaco dell’Inpgi, consigliere dell’Ordine dei Giornalisti della Lombardia (di cui è stato presidente dal 1989 al 2007), portavoce del MIL (Movimento Informazione e Libertà), già consigliere dell’Associazione lombarda dei Giornalisti e già docente universitario a contratto di Diritto dell’Informazione e Storia del Giornalismo.