Morto Alfonso Scalzo ex redattore di Telespazio Calabria

Il giornalista ritrovato senza vita nella propria abitazione a Catanzaro, aveva 59 anni.Alfonzo Scalzo era stato tra i professionisti più impegnati della sede centrale di Telespazio Calabria fino ai licenziamenti collettivi che riguardarono la emittente regionale nel 2007. Anno spartiacque del settore per la crisi finanziaria che mise in ginocchio il comparto editoriale giornalistico appartenente sopratutto al mondo imprenditoriale delle Piccole Medie Imprese

CATANZARO – Lutto nel giornalismo catanzarese. All’età di 59 anni è morto Alfonso Scalzo, ex redattore della gloriosa Telespazio Calabria di Tony Boemi. Viveva da solo nella sua casa di via Tommaso Campanella e da alcuni giorni non lo si vedeva in giro per la città, né rispondeva al telefono. Preoccupati, i vicini hanno ripetutamente suonato alla porta della sua abitazione e, visto il persistente silenzio, hanno chiesto l’intervento dei vigili del fuoco che oggi, una volta entrati assieme agli operatori del 118, non hanno potuto far altro che constatare il decesso.
Nato a Catanzaro il 13 ottobre 1963 era giornalista professionista iscritto all’Ordine della Calabria dal 13 ottobre 1997

. Aveva lavorato nella redazione centrale di Telespazio fino ai drammatici licenziamenti collettivi del 2007 con Nicola De Luca, Maria Pia Tallarico, Davide Lamanna e Gabriele Bianco. «Nonostante il doppio grado di giudizio – ricorda Nico De Luca – che aveva imposto il reintegro di tutti i giornalisti licenziati illegittimamente, anche lui, particolarmente votato all’informazione politica e sindacale, non ebbe modo di tornare al lavoro, né di ricevere tutte le spettanze che gli erano dovute». La sua passione per il giornalismo l’aveva concentrata, quindi, sul suo sito “Catanzaro Politica”.

I funerali di Alfonso Scalzo sono stati celebrati a Catanzaro venerdì 28 luglio, nella Chiesa Madonna di Pompei del quartiere Sant’Antonio.
Profondo cordoglio per la scomparsa di Alfonso Scalzo viene espresso dal segretario generale della Figec Cisal, Carlo Parisi, che lo ricorda come «un collega timido, introverso, ma estremamente buono. Un uomo innamorato della professione, ma tanto sfortunato. Da qualche anno percepiva una piccola pensione di invalidità, ma non aveva mai rinunciato al suo grande amore per il giornalismo».  (Fonte giornalistitalia.it)

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