a cura di Francesco Saverio Vetere *
Introduzione
Nel panorama culturale e religioso del XIX secolo, “La Civiltà Cattolica” si distingue come uno dei periodici più influenti e rappresentativi del pensiero cattolico in Italia.
Fondata nel 1850 dai padri gesuiti su impulso di Papa Pio IX, la rivista si propone come baluardo dell’ortodossia cattolica in un’epoca caratterizzata da profondi cambiamenti politici, sociali e culturali. Tra le varie tematiche affrontate, un posto di rilievo spetta alla riflessione critica sul giornalismo e sul ruolo della stampa nella società dell’epoca.
1. Contesto storico e culturale
Il XIX secolo fu un periodo di grandi trasformazioni:
- Risorgimento italiano: il movimento per l’unificazione d’Italia portò alla fine dello Stato Pontificio e al ridimensionamento del potere temporale della Chiesa. Questo processo fu accompagnato da tensione tra le forze laiche e quelle ecclesiastiche.
- Diffusione delle idee liberali: le ideologie liberali e nazionaliste si affermavano sempre più, promuovendo valori come la libertà individuale, la separazione tra Chiesa e Stato e il progresso scientifico.
- Crescita della stampa laica: l’aumento dell’alfabetizzazione e l’innovazione tecnologica favoriscono la proliferazione di giornali e riviste. La stampa divenne un potente mezzo per diffondere idee e incidere sull’opinione pubblica.
2. Critica al giornalismo laico
“La Civiltà Cattolica” osservava con preoccupazione l’evoluzione del giornalismo laico, individuando diversi aspetti critici:
- Influenza negativa sulla società: la rivista accusava i giornali laici di diffondere idee contrarie all’insegnamento della Chiesa, promuovendo il relativismo morale, l’anticlericalismo e l’individualismo sfrenato.
- Manipolazione dell’opinione pubblica: si sosteneva che molti giornalisti utilizzassero la stampa per manipolare le masse, servendo interessi politici o personali piuttosto che il bene comune.
- Mancanza di etica e verità: “La Civiltà Cattolica” denuncia l’assenza di un solido fondamento etico nella pratica giornalistica, con notizie spesso distorte o enfatizzate per scopi sensazionalistici.
3. Critica alla qualità della scrittura giornalistica
La rivista non si limitava a contestare il contenuto ideologico della stampa laica, ma ne criticava anche la forma e lo stile:
- Superficialità: si lamentava la mancanza di profondità e di analisi nei reportage, con articoli scritti in modo frettoloso e senza adeguata ricerca.
- Sensazionalismo: l’uso di titoli esagerati e di notizie scandalistiche era visto come un modo per attirare lettori a scapito della verità e della sobrietà.
- Chiarezza e coerenza: veniva sottolinea l’importanza di una scrittura chiara e coerente, critica nei confronti di articoli confusi e mal strutturati.
- Manipolazione del linguaggio: l’uso di termini ambigui o emotivamente carichi era considerato un tentativo di scrivere indebitamente i lettori.
della stampa come strumento di formazione e informazione:
- Responsabilità sociale: si sottolineava che i giornalisti avevano una grande responsabilità nel plasmare le coscienze e le opinioni.
- Necessità di regolamentazione: la rivista suggeriva l’opportunità di una regolamentazione che garantisse l’eticità e la veridicità delle informazioni diffuse.
- Contrastare la disinformazione: si riteneva fondamentale combattere le fake news dell’epoca e le manipolazioni mediatiche.
9. Ereditarietà e influenza
Le posizioni di “La Civiltà Cattolica” hanno avuto un impatto duraturo:
- Contributo al dibattito intellettuale: la rivista ha alimentato il dibattito sull’etica nel giornalismo e sul ruolo della stampa nella società.
- Formazione di giornalisti cattolici: ha ispirato la creazione di istituti e scuole volte a formare professionisti secondo i principi cristiani.
- Riflessioni attuali: molte delle questioni sollevate rimangono rilevanti anche oggi, in un’epoca in cui la disinformazione e le sfide etiche nel giornalismo sono ancora presenti.
Conclusione
“La Civiltà Cattolica” ha rappresentato una voce autorevole e influente nel panorama del XIX secolo, offrendo una prospettiva cattolica su questioni cruciali come il ruolo del giornalismo e della stampa.
La sua critica al giornalismo laico non si limitava agli aspetti ideologici, ma abbracciava anche la qualità della scrittura e la necessità di una formazione adeguata per i professionisti del settore.
Promuovendo un giornalismo fondato sulla verità, sull’etica e sulla cultura, la rivista ha cercato di contrastare le tendenze che riteneva pericolose per la società e per la fede cattolica. Le sue riflessioni evidenziano l’importanza di un’informazione responsabile e di una stampa che contribuisce al bene comune, temi che continuano ad essere di grande attualità nel mondo contemporaneo. ( Fonte https://vetere.it/)
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*Francesco Saverio Vetere, nato a Cosenza il 26 aprile 1962, vive a Roma.
Avvocato patrocinante in Cassazione.
Dal novembre 1999 è Segretario Generale e Presidente della Giunta Esecutiva dell’USPI Unione Stampa Periodica Italiana, organismo nazionale fondato nel 1953 con sede in Roma, di maggiore rappresentanza del comparto Editoria e Giornalismo.
Giornalista pubblicista.
Docente di Storia della Stampa Periodica, Università “Sapienza” di Roma.
Docente di Management dell’Editoria Periodica, Università “Sapienza” di Roma.