USPI informa: NYT e l’uso di IA in redazione a più livelli

La svolta tech del  New York Times (NYT) malgrado le battaglie legali in itinere con OpenAI e Microsoft. Arriva Echo e non solo

Nonostante le battaglie legali ancora in corso con OpenAI e Microsoft, il New York Times (NYT) ha annunciato l’adozione di strumenti di Intelligenza Artificiale (IA) nella redazione giornalistica. A spiegarlo è Unione Stampa Periodica Italiana Uspi dalle pagine del proprio notiziario.

In una mail aziendale, stando a quanto scrive Semafor, testata online di Ben Smith (ex direttore di Bloomberg e Buzzfeed), si legge dell’avvio di un progetto di formazione sull’IA su diversi livelli per facilitare il lavoro giornalistico. 

Non solo scrittura per i social media e scrittura di titoli efficaci per la SEO, ma anche programmazioni di codici, riassunti di articoli e creazione di quiz per lettori. 

NYT antropocentrista: gli usi dell’IA in redazione

Non è la prima volta che la redazione si affaccia al mondo dell’IA. Nel 2018, il NYT aveva provato uno strumento chiamato Project Feels, capace di indirizzare gli annunci in maniera personalizzata in base alla reazione emotiva prevista per il contenuto pubblicato. 

Tuttavia, lo strumento che da queste settimane assumerà la posizione di protagonista nella redazione newyorkese sarà Echo. Il sistema IA è stato sviluppato internamente alla testata e aiuterà i giornalisti nelle funzioni di sintesi. La ricerca di fonti e notizie sarà dunque facilitata. Uno o più articoli potranno essere riassunti in un unico testo e le informazioni condensate, per ridurre il tempo nella fase preparatoria di un articolo. 

Nonostante il grande passo avanti, il giornale rimane in ogni caso fedele alla sua linea di pensiero: leggi e limiti sul suo utilizzo sono necessari. Per questo motivo, sono state delineate delle linee guida precise e rigorose a cui i giornalisti devono sottostare. 

L’uso di questa tecnologia non deve stravolgere l’articolo, questa la principale norma imposta. Ciò vuol dire che i giornalisti non potranno inserire nel sistema IA materiali protetti da copyright di terze parti (articoli del NYT in Echo sono ammessi), ogni tipo di informazione confidenziale non può essere utilizzata e soprattutto, non si deve applicare l’IA per aggirare paywall e generare e pubblicare video e immagini senza etichettatura.

Queste accortezze sono state  introdotte per evitare problemi di diritto d’autore con i proprietari delle fonti. Ma anche per evitare l’abbassamento della qualità dell’informazione prodotta dal famoso giornale.

Un’IA su più livelli

La redazione giornalistica del NYT è, con questa svolta tech, una delle più avanzate del momento. Infatti, non solo i giornalisti potranno usufruire del contributo di Echo, ma anche di altri programmi. Per esempio, GitHub Copilot, operante nel cloud e nella programmazione, VertexAI di Google, per lo sviluppo di prodotti personalizzati secondo l’esperienza dell’utente e NotebookLM, per collazionare informazioni e trarre ispirazione per articoli.

Riconoscendo quindi i rischi, ponendo per questo motivo dei limiti precisi, ma anche apprezzando le potenzialità e le opportunità di questi strumenti, il NYT indaga la tecnologia del momento intraprendendo una via di cauta esplorazione. 

Diverse le reazioni all’interno della testata: la direzione ha accolto bene questa novità mentre alcuni giornalisti non sembrano così entusiasti. La preoccupazione riguarda il timore di una perdita di originalità e creatività. Si parla di stimolo alla pigrizia, con conseguente abbassamento della qualità e precisione nei contenuti.

Articolo di T.S.

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