Immagine: il giornalista Nuccio Fava
La quiete e il minor caldo della Tuscia, dove mi sono rifugiato dopo l’orribile venerdì romano, favoriscono pensieri più lunghi e distesi. L’interrogativo enorme è perché a questo punto il ministro Lotti non lasci, favorendo almeno un clima meno agitato che purtroppo non si intravvede in alcun modo all’orizzonte. Tutti attendono e temono il voto dei ballottaggi, dove l’unica speranza sensata potrebbe verificarsi solo se l’astensione non superasse livelli di guardia. Non risultasse cioè esorbitante come in Francia, dove non mancano i problemi ma la vittoriosa avventura di Macron dovrebbe favorire un nuovo equilibrio e l’apertura di una nuova fase. Con effetti positivi anche sulla vita dell’Ue e negli stessi rapporti con gli Usa e le grandi questioni del nostro tempo. In Italia il leader del maggior partito, finalmente costretto ad una qualche sobrietà di eloquio dopo le smoderatezze della campagna elettorale, continua a non parlare di politica e a limitarsi a battute più o meno superficiali e divertenti. Eppure, Renzi ha perso clamorosamente il suo referendum costituzionale, non ha saputo o voluto in alcun modo impedire la scissione del suo partito, né favorito un reale chiarimento interno. Si è solo voluto enfatizzare la responsabilità degli uscenti evocando attacchi personali contro il segretario, senza riuscire però ad accorgersi che la propria concezione della politica e della conduzione del partito peggioravano di continuo la situazione. Anche sulla legge elettorale il Pd ha fatto un buco nell’acqua abbandonando il sogno di elezioni anticipate il prima possibile, pericolo costantemente in agguato e mai esorcizzato con chiarezza.
Un galleggiare precario su una fragile barchetta che non poteva certo rafforzare il governo Gentiloni, destinato a naufragare alla prima opportunità negativa. Anche il giglio magico fiorentino non si è rivelato di grande aiuto, mostrando anzi chiusure ed esclusivismi, emersi anche nella brutta vicenda Consip. Con aspetti oscuri ed inquietanti che gettano discredito in tutta la classe politica e i partiti che la sostengono. E’ evidente che spetterà alla magistratura accertare e definire le diverse situazioni e responsabilità. Non può tacersi, tuttavia, il modo opaco e oscuro con cui sono stati trattati i gravi problemi emersi e l’incapacità di dire la verità e risultare credibili alla pubblica opinione. In quelle stesse ore papa Francesco rendeva omaggio a due grandi sacerdoti di Bossolo e di Barbiana. Grandi figure non solo non sufficientemente apprezzate e comprese ma ostacolate e criticate duramente dai settori più conservatori. Papa Francesco li ha in certo senso pienamente riabilitati e li ha indicati come modelli credibili, testimoni di un vangelo coraggioso e dialogante in ogni direzione. Purtroppo, il dibattito nell’aula di palazzo Madama ci dice quanto profonda sia la distanza tra i veri bisogni degli uomini e le tattiche di noncuranza, se non di colpevole trascuratezza, nei confronti degli obblighi che la politica dovrebbe costantemente sentire verso i suoi cittadini.