Lo so: ogni nuovo istante è potenzialmente gravido di cambiamento, sensibile come l’attimo presente di solito lo è al nostro potere di essere sempre più consci, di vivere nel momentopresente, di metterci sempre più alla ricerca di quello che la cantautrice islandese Bjork chiamava, nella sua canzone “Joga”, ‘stato di emergenza’, inteso come stato di coscienza nel quale soltanto potere scoprire la bellezza dell’essere, dove le sarebbe piaciuto “stare” e che lei ambiva per questo a raggiungere. E’ infatti solamente a questa condizione, rinunciando all’inerte e monotono lasciarsi trasportare dalla corrente delle abitudini, attraverso l’apertura in parte innata ed in parte potenziale dei propri canali percettivi sensoriali, che si può esercitare la propria attitudine all’attenzione, all’auto-riflessione, al rendersi conto di ciò che si è e che si fa, per possedere così poi le chiavi di accesso al misterioso e segreto portale del cambiamento. Oltre questo portale si possono trovare la speranza per una crescita evolutiva, per il miglioramento di sé, anche il rischio e l’imprevedibilità dell’esperienza datrice di sempre nuove e arricchenti opportunità di scommessa e di apprendimento. Diceva bene, a questo proposito, Cesare Pavese: “L’unica gioia al mondo è cominciare. È bello vivere perché vivere è cominciare, sempre, ad ogni istante”.
Ogni secondo che arriva può diventare padre di una diversa “weltanschaung”, di un differente modo di vedere le cose, di una scelta e di una decisione differenti. E se questa scelta e questa decisione rappresentano davvero la nostra verità, o se sono davvero la cosa migliore per noi, allora tutto non potrebbe che dipendere esclusivamente da noi stessi, e nessun altro dovrebbe potere interpolarsi ed interferire con la nostra libertà di azione, cercando di farci rinunciare alla quintessenza stessa della dignità umana, vale a dire la nostra indipendenza e il nostro bisogno di auto-affermazione.
Ma per quanto la possibilità del cambiamento non conosca, in teoria, tempistiche esclusive, esistono di fatto durante il corso dell’anno alcuni momenti speciali, proprio come quelli a cavallo fra la fine di dicembre e i primi di gennaio, marcati da cambiamenti naturali estagionali, che colpiscono la nostra attenzione in un modo molto particolare e speciale, ispirandoci più che in altre circostanze e istillando nelle nostre menti e nei nostri cuori una volontà di cambiamento che forse molti di noi altrimenti non sperimenterebbero, o almeno lo farebbero con assai minore intensità e convinzione…
Cristo ha detto sulla croce “Tutto è compiuto”, prima di esalare il suo ultimo respiro. Questa frase può avere molte possibili e positive ripercussioni e conseguenze sulle nostre vite e sulle nostre personali relazioni con cose come il lavoro, gli interessi, Dio, gli altri. Può per esempio significare, da un triplice punto di vista bio-psico-spirituale, che dovremmo modificare le nostre abitudini di preghiera, passando con coraggio e determinazione dalla umiliante debolezza del “chiedere” direttamente all’ottenimento del bene e della grazia richiesta, che già ci attende come nostro diritto per il fatto di essere già, nella nostra “essenza”, figli di Dio.
Dio lavora con noi, non al posto nostro. Il significato della preghiera viene così spesso equivocato e frainteso in molte parti del globo.Esso, infatti, è molto più vicino al meditare che non al supplicare. Meditare vuole dire “fare la volontà di Dio”, compiere le opere della luce, comportarsi responsabilmente in ogni situazione, tendere verso l’indipendenza e l’autonomia spirituale, realizzare coscientemente nella vita di tutti i giorni il Divino che già dimora, invisibilmente vivo e vero, dentro di noi. La preghiera supplichevole, al contrario, delega la speranza di risolvere un problema ad un ipotetico intervento soprannaturale, che potrebbe accadere come anche no, ma soprattutto aggiunge sofferenza a sofferenza, facendoci pesare psico-fisicamente lo svantaggio del dovere domandare ad un “Altro”, dichiarando in questo modo la propria presunta incapacità e debolezza.
Sulla base della mia esperienza spirituale, io penso che Dio non voglia questo da noi. Egli né ci sopravvaluta, né ci sottovaluta, ma vuole che fruttifichiamo, che ci fortifichiamo sempre di più, facendo la sua volontà, senza i devozionalismi sentimentali e zuccherosi del “Signore, Signore” di evangelica memoria. Lo sapeva molto bene anche il celebre politico e scrittore inglese Jonathan Swift, con la sua mirabile pennellata delle peripezie fantastiche e avventurose (ma sempre allegoriche) di Gulliver “il gigante” alle prese con l’immaginaria popolazione dei piccoli lillipuziani di Lilliput…
In realtà, non si tratta poi tanto neanche di proporre una soluzione in qualche modo migliore rispetto ad un’altra. Si tratta, piuttosto, della verità. Della verità su di noi, su Dio, e sul senso della vita. Si tratta, a conti fatti, difarla la volontà di Dio, nostro unico e sommo Bene, o di non farla affatto…Il cambiamento è potenzialmente dietro ad ogni angolo delle nostre vite, mentre Dio lavora e adempie i suoi piani di vita universali costantemente… Ma cosa si può dire di noi? E’ proprio questo, in sintesi, il fulcro intornoal quale ho intenzione di fare ruotare i miei pensieri a cavallo tra un anno che finisce e un anno nuovo, che comincia.
Anche se la fede ci svela la realtà spirituale che non siamo mai soli, di fatto “tutto” dipende da noi…“Noi” dobbiamo metterci alla ricerca della connessione con il Divino, “noi” dobbiamo impegnarci per l’instaurazione del Suo Regno dentro di noi e in mezzo agli uomini, sempre “noi” dobbiamo metterci alla ricerca della Sua Divina Presenza, ancora “a noi” spetta innanzitutto e soprattutto il compito di attingere dalla sorgente interiore le forze e i poteri nascosti che davvero possono riuscire a trasformare in meglio le nostre vite… Dio ci aspetta…
Egli ci circonda con molte azioni ed iniziative alla nostra ricerca, per guidarci ed attirarci sempre di più verso di Lui, ma personalmente lo immagino e lo credo anche sempre, allo stesso tempo, in attesa…
Egli è la sostanza della vita, è Lui a fornirci il carburante per vivere, ma essendo Egli colui che è “Totalmente Altro” rispetto a noi, come ha affermato Rudolf Otto nella sua celere opera “Ilsacro”, Egli è anche costantemente, pazientemente, eternamente “in nostra attesa”…Se noi non facciamo la nostra parte, la Sua perfetta opera d’amore per noi sarà come se evaporasse, rischiando di diventare di fatto desueta e perfino inutile…
Egli ci sta aspettando per vederci fare un passo in avanti verso di Lui… I suoi passi sono tutti già compiuti, e continuano anche a compiersi continuamente. I nostri, invece, molte volte mancano, non si fanno vedere. E quanti passi indietro nella nostra direzione ci viene assicurato dalle Sacre Scritture che seguiranno ad un solo singolo passo effettuato da parte nostra!
Probabilmente il solstizio invernale, il periodo Natalizio, e il passaggio del Nuovo Anno, sono tutte opportunità stagionali che ci indicano, su di un piano macro-cosmico, dei grandi cambiamenti naturali che potrebbero e anche dovrebbero, da una prospettiva di progressiva crescita personale ed evolutiva, trovare una loro specularità anche sul piano micro-cosmico rappresentato dalla nostra coscienza, dal nostro cuore, dalla nostra anima e dal nostro più profondo essere interiore.
In estrema sintesi, si può anche dire che lavorare spiritualmente su se stessi significa sviluppare il proprio essere interiore effettuando continuamente dei passaggi di stato dal nostro inconscio Sè Divino al nostro Io conscio, attraverso l’uso dei potenti simboli, parole, archetipi ed immagini che ci sono stati rivelati e lasciati in eredità e che possiamo trovare nelle nostre sacre scritture ma anche nelle sacre scritture delle altre grandi religioni rivelate, in più parti ed angoli del globo.
Approfittiamo di questa speciale opportunità: dopo tre giorni di apparente immobilità, il sole ha ripreso il suo corso verso Nord, un nuovo periodo ciclico è ricominciato, e il Cristo è disceso dai Cieli e dal grembo di Dio e si è incarnato sulla Terra…Da qualunque angolazione lo si consideri, a prescindere dal bacino geopolitico, culturale e religioso dal quale lo si guardi, è comunque per tutti un momento speciale, un potente momento di cambiamento. E’ tempo di risvegliarsi. E di cambiare in meglio, in persone più attente, più consapevoli, più fraternamente premurose…
Buon Anno Nuovo, cari amici… E che il Signore Dio ci benedica tutti abbondantemente nel corso di questo Nuovo Anno appena cominciato!