Roma – I loquacissimi vicepresidenti del Consiglio non hanno speso alcuna dichiarazione significativa sulle sparatorie, fortunatamente ad aria compressa, che hanno colpito cittadini di colore, ed anche una bimba di 9 anni , ancora ricoverata al Bambin Gesù e che rischia di perdere l’uso delle gambe. Non ci paiono semplici mascalzonate di burloni in cerca di emozioni. Tra l’altro c’è un ex funzionario del Senato che ha detto “stavo provando la carabina sul terrazzo e mi è partito un colpo”. Dal casertano fino al Veneto sono ormai una decina gli incidenti del genere e se il caso può averli provocati, certo dovrebbe far riflettere il fatto che i feriti siano tutti a vario titolo o rom, o di colore o lavoratori . Senza creare allarmismi e gridare ad un pericolo razzista, che pure innegabilmente è presente in alcune fasce di opinione, non c’è dubbio che il segnale che ne deriva è preoccupante. Anche per la chiesa cattolica, che non può accontentarsi di una copertina audace contro Salvini, ma è chiamata anch’essa a fare una opera di educazione ed evangelizzazione tra i non pochi fedeli che ancora frequentano almeno la messa domenicale. Basta recitare con attenzione le scritture dalle quali emerge con forza e chiarezza la figura del buon samaritano, del figliol prodigo, del buon pastore e in generale il principio fondamentale: ama il prossimo tuo come te stesso. Ovviamente non si tratta di fare politica in chiesa, ma nella ferma distinzione del terreno religioso dal campo civile e politico, riaffermare con chiarezza il valore della vita e la dignità di tutti gli uomini , di ciascun uomo e donna.
I nostri due guerrieri, vicepresidenti ormai in agone continuo, hanno scelto di confrontarsi soprattutto nella rapidità con cui comunicare il proprio messaggio e personale punto di vista, in tempo utile per giungere all’opinione pubblica prima dell’altro. L’occasione migliore è stata loro offerta durante una delle pagine più basse della vita politica italiana : la sconsiderata comunicazione del ministro Toninelli di bloccare la Tav e la ancora più oscena risoluzione del consiglio dei ministri per quanto riguarda le nomine dei vertici Rai, ambiguamente assegnata al governo dall’ex presidente Renzi. Anche lui determinato con ripetute dichiarazioni ad eliminare finalmente i partiti dalla Rai giungendo fino a scegliere per la presidenza e la direzione generale, oggi scadute , due grandissimi professionisti come la Maggioni e Orfeo. Per non dire del modo brutale con cui Renzi liquidò il direttore generale Campo dall’Orto, che pure lui stesso aveva scelto come l’uomo più adatto a rivoluzionare la Rai. Questa scelta della rivoluzione alla Rai, evidentemente, è una formula che affascina tutti i grandi lottizzatori della casta prima maniera e di quella nuova. E’stato infatti il generoso capo politico dei pentastellati a precipitarsi fuori palazzo Chigi per annunciare soddisfatto, nel suo inossidabile abbigliamento in giacca e cravatta, che “era partita una vera rivoluzione culturale che avrebbe finalmente eliminato i raccomandati e i parassiti “ con evidente rispetto per quanti comunque, non solo giornalisti, operano e lavorano nell’azienda Rai con grande impegno e professionalità. Ma proprio su questo terreno, la nuova casta guidata da Salvini e Di Maio dava la peggiore prova di sé con scelte quasi vergognose ed indecenti. Solo preoccupate dell’interesse del proprio schieramento e del proprio elettorato che si vorrebbe ancora una volta fare coincidere con l’interesse generale ed il bene dell’Italia. I nomi indicati invece, al di là delle sensibilità e doti personali, gridano vendetta per il carattere che sta alla base evidente della scelta : quella di appartenenza ad un’area ben precisa, di destra , con collocazione discutibilissima nel giornale della famiglia Berlusconi e nei commenti irriverenti verso il capo dello Stato e il suo ruolo espresso con chiarezza nella Carta costituzionale. L’altro, indicato come futuro direttore generale, uomo di fatto di maggior peso ed importanza, sicuramente bravo tecnico, ma con esperienze soprattutto nella tv Usa , presso La7 e il mondo berlusconiano. Appare evidente che è assoluta mistificazione che si tratti di nomine culturalmente “rivoluzionarie”e che non siano invece al servizio di Lega e 5 Stelle, cosa che potremo tristemente constatare nei prossimi giorni con le nomine nei telegiornali e nelle reti. La nuova casta ha battuto quella precedente e purtroppo, ancora una volta, a farne le spese sarà il paese intero, gli italiani e le loro famiglie. Oggi la sfida culturale, civile ed etica è così enorme , che una Rai pubblica dovrebbe non servire questo o quello ma tentare un contributo non facile ma fondamentale per l’avanzamento civile di tutta la società italiana. Attraverso un sano pluralismo lo spazio a tutte le voci significative che si muovono in Italia e nel mondo e possono contribuire attraverso un libero confronto, mai di parte, a rispondere anche alle inquietudini, alle paure, allo smarrimento di un epoca così difficile e complessa come l’attuale.