Unico scopo durare a lungo. Molti cittadini e commentatori sono stanchi e non ne possono più di questo continuo sbraitare e contrapporsi su tutto. Ora il presidente del Consiglio assume un piglio decisionista sul caso molto delicato che riguarda la condizione di indagato per corruzione e sospettato di vicinanze mafiose del senatore Siri, leghista molto vicino a Salvini.L’altro vice presidente pentastellato ne approfitta per riaprire la campagna onesta’-onesta’ e pretende le dimissioni del sottosegretario leghista. I due principali contraenti si scambiano accuse feroci con reciproche insinuazioni pesanti di strumentalizzazione in vista del voto europeo secondo, del resto, una logica propagandistica praticata ininterrottamente da Lega e Cinque stelle. Costretto dalla durezza dello scontro e da esigenze di decenza, si inserisce il presidente Conte che annuncia addirittura dalla Cina l’incontro personale con Siri e la conclusione della sua mediazione. Con stucchevole richiamo ai cittadini, alla trasparenza ed efficacia futura dell’azione di governo da non mettere a rischio in corso d’opera, arriva a dimettere Siri con una decisione che spetterà ratificare al primo consiglio dei Ministri. La confusione e’ massima, un vero caos istituzionale e politico mai registratosi prima. Due vice presidenti padroni di palazzo Chigi e contrapposti su tutto, senza che il presidente riesca a mediare davvero : re travicello o, peggio, re nudo fin dall’inizio. Mentre i grandi temi delle emergenze del Paese e la sempre più profonda solitudine dell’Italia sono rimandate a dopo lo scontro finale sul voto del 26 maggio .
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