Folle urlanti e piangenti gridano rabbia e vendetta ma l’universale bisogno di pace resta invincibile.
Le masse urlanti dei funerali riempiono gli schermi e sono impressionanti.
E’ la risposta comprensibile alla follia del gesto di Trump che spingendo un pulsante dalla sua poltrona alla Casa Bianca, ha provocato un disastro mondiale con l’intenzione di mostrarsi capo invincibile,di poter decidere l’uso di terrificanti strumenti di morte in grado di colpire chiunque e dovunque.
E’ questa in fondo la sostanza della sua tragica dottrina del primato americano mentre un mondo globalizzato, tecnologico in massimo grado e sempre più informatizzato, esigerebbe dialogo, collaborazione, e ogni sforzo per favorire in ogni campo la ricerca di condivisione per uno sviluppo più umano e più giusto. Si praticano invece politiche contrastanti per ragioni di potenza e rafforzamento del proprio ruolo di affermazione ed egemonia.
Oltre la gravità estrema di quanto stiamo vivendo basta considerare l’esaltazione incosciente del senatore Salvini che plaude all’iniziativa di Trump mescolandola addirittura ai possibili sviluppi della sua vicenda giudiziaria. Ciò mi pare che esprima una concezione deteriore della politica e di rapporti non corretti tra le istituzioni che aggrava confusione ed incertezza.
Conte tenta di starsene un po’ alla larga, trascurando forse troppo il fatto che l’Italia è pur sempre un paese della Nato, fondatore dell’Unione Europea. Senza aggiungere a ricordare l’episodio storico di Craxi a Sigonella, resta pur sempre un ruolo e una dignità italiana da affermare e difendere, considerando anche l’importanza di tenere ben presente la tutela dei nostri militari impegnati in numerose missioni di pace. In una situazione tanto difficile e pericolosa o peggio abbandonati mentre la loro missione è quella di mostrare concretamente la faccia generosa dell’Italia per costruire la pace e un mondo migliore.