CULTURE TRA POPOLI, UN UNIVERSO AL SERVIZIO DELL’UMANITA’

Nel mondo di oggi, pieno di tensioni, il dialogo tra culture e civiltà, in un progetto di cooperazione comune, rappresenta un’intesa al servizio dell’umanità.

La globalizzazione è il fatto più significativo del nostro tempo ma anche il più controverso. A differenza di ieri, oggi la circolazione delle informazioni avviene in tempo reale. Le reti informatiche consentono un collegamento ideale con i vari saperi e le vicende del pianeta: economia, azione criminose, terrorismo, guerre, povertà violazione dei diritti fondamentali.

Il rapido trasferimento delle notizie ha aperto ad un nuovo scenario, dove si impone la ridefinizione del confronto con i popoli diversi per cultura, etnia e religione. Sorge allora un interrogativo: se l’attuale sviluppo della mobilità umana e della tecnologia non abbiano indebolito le culture e reso fragile l’uomo in balia di problemi esistenziali, di fenomeni mondiali senza difese, risposte né protezione?

Ma se l’unificazione del mondo potesse essere causa di conflittualità, rispetto a novità perturbanti di un ordine consolidato, è anche vero quanto ‘’la civiltà umana, è sempre cresciuta attraverso lo scambio, proprio perché la diversità stimola e nel confronto crea sviluppo e accrescimento’’ (Dal Ferro G., Libertà e cultura. Nuove sfide per le religioni, Padova, Messaggero, 1999, p. 83).

Esemplificando il concetto e tornando alla globalizzazione, grande tema dibattuto, non è mai esistita una cultura universale dell’uomo ma un universo di culture tra i popoli, fonte di ricchezza al servizio dell’umanità.

Sarebbe una perdita pura, arginare il libero corso alla naturale evoluzione delle culture mondiali, delle tradizioni, del loro patrimonio materiale e immateriale. Un concetto che insieme alla tutela del la diversità culturale trova ispirazione ed incarna i principi dell’UNESCO (Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Educazione, la Scienza e la Cultura).

La struttura centrale parigina, le Commissioni Nazionali e i Clubs contribuiscono con diversi strumenti, nella grande dimensione, alla tutela del patrimonio culturale materiale immateriale e delle diversità. L’azione nel mondo dell’UNESCO, animata da principi etici, passa dalla conoscenza della potenzialità umana, incontro fra popoli, risultato di grande valore sul piano della fratellanza, crescita in umanità e di sviluppo per la civiltà.

Recentemente l’imponente sede dell’UNESCO a Parigi, altare mondiale di cultura e diritti umani, ha ospitato la Conferenza  internazionale dell’Association des journalistes européens (Aje) promosso dalla sezione francese, guidata da Vèronique Auger.

Non un caso, la scelta della United Nations Educational, Scientific and Cultural Organization, quale location per un importante confronto tra giornalisti di quindici Paesi UE e non aderenti, al quale siamo intervenuti per la delegazione italiana

dell’Associazione dei Giornalisti Europei rappresentata dal segretario generale Carmelo Occhino. 

Gli spazi dell’UNESCO, hanno straordinariamente incorniciato l’incontro tra professionisti dell’informazione spesso a rischio e soffocati da una libertà di stampa violata. Un contesto che vivificando il rapporto interumano, ha esaltato il dialogo tra le esperienze culturali in una società sempre più universale nella diversità. L’Europa per la sua storia di integrazione passata, ha il compito di continuare a perseguire la strada della fusione inclusiva tra etnie e culture. Un processo che deve guardare al superamento dei conflitti ed aprire all’interculturalità, obiettivo inderogabile per una arricchente osmosi, consentire la libera espressione delle culture, abiurando gli integralismi fin dal loro insorgere diretti a necrotizzare i percorsi di integrazione.  Un imbarbarimento che l’Europa e i continenti evoluti hanno il dovere di contrastare creando ponti fra realtà diverse.

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