25 aprile ancora in pandemia, fare tesoro della memoria

E’ ancora il presidente Mattarella a dare il tono: importanza e significato profondo alla festa della Liberazione. Festa di tutti gli italiani senza strumentali e superficiali partigianerie. Il 25 aprile segna la vittoria sul nazifascismo, sul feroce occupante straniero, ormai sostanzialmente sconfitto su tutti i fronti grazie all’intervento alleato ma con la triste e vergognosa complicità dei residui fascisti della Repubblica Sociale che semineranno sino all’ultimo atrocità e crimini indicibili . Senza sottovalutare il valore fondamentale degli eserciti alleati non meno rilevante risultò la presenza della resistenza nazionale , costituita  da uomini e donne coraggiose, da giovani ed anziani, da contadini ed operai , da intellettuali e lavoratori di ogni ceto che avvertirono ben presto un profondo moto di riscatto e di ribellione contro lo straniero, i soprusi, le uccisioni, le vendette e le atrocità quotidiane . Una aspirazione generale di liberazione insomma , quasi un bisogno fisico di poter assaporare aria pulita, dopo anni terribili di bugie e di tradimenti subiti troppo a lungo. Questo stato d’animo mise man mano in regioni e città, nelle valli e nelle montagne, energie sopite nella politica e nel sindacato. Ma anche nello stesso esercito mortificato ed avvilito da fughe e tradimenti degli stati maggiori. Come la palla di neve che ruzzolando diventa valanga, anche la Resistenza italiana divenne forza consistente di contrasto e di opposizione al nemico che paradossalmente ne stimolava l’ingrossamento e la consistenza come conseguenza della repressione sempre più pesante e delle nefandezze sempre più disumane. Tutto questo favorì il formarsi progressivo di una guida politica unitaria, il CLN , composto da tutte le forze in campo: socialisti, democristiani e comunisti, fino a liberali , Partito d’azione e monarchico . Esperienza certo irripetibile che serve ad indicare il valore della memoria e l’intelligente  utilizzo della sua lezione. Soprattutto durante questa faticosa stagione della pandemia che sollecita senso di responsabilità comunitaria , solidarietà e dialogo. 

Copertina: il giornalista Nuccio Fava

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