È una bella domenica di Pentecoste e non sono pochi i turisti che nella splendida cornice del lago Maggiore desiderano ammirare lo splendido panorama dall’alto. La funivia col suo colore rosso attende i turisti che desiderano raggiungere la vetta del Mottarone per osservare il panorama più ampio. All’improvviso lo schianto. Cede il cavo principale della funivia o altro incidente meccanico e la cabinovia si blocca e precipita verso il basso tra gli alberi del fitto bosco sottostante bloccata da alcuni tronchi più grossi. Non si salva nessuno, tranne due bambini estratti ancora vivi dalle lamiere. Uno di loro non sopravvive all’ospedale di Torino, dove è ricoverato con l’altro fratellino in gravi condizioni, ma ancora in vita, intubato nel reparto di chirurgia pediatrica e dove i sanitari tentano in ogni modo di salvarlo. L’emozione attraversa tutto il paese e i rappresentanti delle più alte istituzioni inviano i loro messaggi di vicinanza alle famiglie con la forte richiesta che emergano con chiarezza le responsabilità. È singolare purtroppo che una simile catastrofe coincida con la prima giornata di allentamento delle restrizioni anti-covid e mentre gli italiani si accingevano a godere delle maggiori opportunità di svago e di intrattenimento, specie all’aperto.
Nelle stesse ore il presidente della Repubblica ricordava a Palermo l’anniversario dell’assassinio del giudice Falcone colpito dalla mafia, insieme alla moglie Francesca Morvillo e agli uomini della scorta mentre rientrava a Palermo dopo l’arrivo all’aeroporto. La strage di Capaci resta una delle pagine più tremende ed oscure della storia non solo della mafia siciliana ma delle insufficienze e criticità dello Stato. La magistratura deve con maggiore efficacia ricercare la verità, senza tollerare zone d’ombra, né dividersi in manovre di potere e di schieramenti che ne screditano la funzione e l’immagine nei confronti di tutti i cittadini. “Chi non è contro la mafia, è complice” ha affermato il presidente della Repubblica accompagnato da forti applausi da parte di tutti i giovani presenti mentre in contemporanea sventolavano sui balconi i lenzuoli bianchi con i nomi di Falcone e Borsellino. Non sorprende questa capacità e immediatezza con cui giovani esprimono consenso e partecipazione a quello che si può senz’altro considerare impegno civile e volontà di riscatto analogo, pur senza confondere la grande diversità delle situazioni alla partecipazione non solo emotiva per le sciagure e le improvvise catastrofi che si abbattono in varie zone del paese. Forse queste energie presenti nel tessuto profondo della società italiana andrebbero maggiormente valorizzati e compresi dalle forze politiche, dallo stesso Parlamento e dal governo. Non ovviamente per strumentalizzarlo e farne un possibile terreno di caccia per una ricerca di consenso elettorale, ma per indirizzarlo verso una maggiore concordia e solidarietà dell’intera comunità nazionale.
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