Del ponte sullo Stretto di Messina, si parla dal tempo dell’antica Roma. Disegni lo raffigurerebbero attraverso tronchi di legno durante la prima guerra punica, nel III secolo a.C., per consentire il passaggio degli elefanti catturati dai romani all’esercito cartaginese…
Sarà vero o leggenda …??
Da allora ne è passata di acqua sotto i ponti …e negli ultimi sessant’anni tra il secolo scorso e il nostro, famelici predatori cooperanti e saccheggianti moneta pubblica, hanno cavalcato trionfanti l’onda del ponte. Poniamo attenzione a speciosi specchietti delle allodole, orientando l’interesse a realizzare quanto di indifferibile sia da realizzare sull’isola devastata da avventurieri senza scrupoli a caccia di profitto personale. Il tema della Sanità pubblica dev’essere al centro delle battaglie civili in linea ai diritti fondamentali del cittadino. Per passare alle linee di comunicazione giacenti in uno stato di selvaggia arretratezza non più sopportabile. Sosteniamo per la nostra Regione cause serie, ponderatamente vitali contrastando il pericolo di far da sponda a programmazioni ingannevoli e dannose per il presente e l’avvenire dei giovani. Orientare le loro aspettative verso politiche strumentali funzionalmente in favore di chi impietosamente le esprime, significa soltanto tradire le loro esistenze, il loro futuro.
Una mortificante vicenda perpetrata in spregio alla Città che complessivamente il Ponte lo ha sempre rifiutato, condannando beceri interessi che sollevano quel grido di disagio emozionale nella vita dei messinesi. Sullo sfondo di presupposti tecno – geologici necessari ad un’opera cosi faraonica, per i quali non abbiamo competenze per pronunciarci, l’unicità dello Stretto di Messina è sopra tutto naturalisticamente privilegiata. E così deve rimanere.
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