Polemiche sulla presunta rievocazione dell’Ultima cena di Leonardo da Vinci, alla cerimonia inaugurale delle Olimpiadi di Parigi.
La questione è stata trattata anche sul piano della lealtà sportiva soprattutto in riferimento alla partecipazione alle gare degli atleti transgender.
Quanto accaduto è stato tacciato come “blasfemo” e “offensivo”.
Nella serata di apertura dei Giochi Olimpici del 26 luglio a Parigi, il tableau intitolato “festività” è andato in scena con ballerine, drag queen e la deejay Barbara Butch esibente una “corona” a cerchio, enorne quanto orripilante.
Lo spettacolo con gli interpreti in piedi e seduti davanti a un tavolo, ha suscitato non soltanto contrarietà in Italia ma diffuso dissenso degli spettatori collegati in mondo visione.
La performance non è piaciuta. Ha disgustato. Dai tanto attesi Giochi Olimpici che la Francia si dice, fosse impegnata nella preparazione da dieci anni, ci si aspettava un evento inaugurale più idoneo alla celebre manifestazione sportiva dalle lontane e millenarie radici.
Originati dalle celebrazioni atletiche e religiose nella città dell’antica Grecia di Olimpia, i Giochi Olimpici iniziarono a svolgersi ogni quattro anni a partire dal 776 a.C. al 393 d.C, per 292 edizioni. Una tregua di eventuali ostilità tra le Città greche era consuetudine. Ad esempio tra Atene e Sparta, la cessazione degli scontri per tutto il periodo delle gare, il che a dimostrazione del valore immensamente simbolico attribuito ai Giochi dedicati non a caso in onore a Zeus, padre degli dei.
La Nike alata raffigurava le Olimpiadi greche secondo cui gli atleti in gara oltre a ricevere lauti premi, alla fine delle competizioni sportive erano onorati quasi al pari delle divinità.
Il vernissage di Parigi oltre ad aver stravolto i connotati alla celeberrima origine dei Giochi olimpici, ha trasformato il momento, in un baraccone circense di infimo ordine, calpestandone impietosamente il senso delle gloriose e ultrasecolari tradizioni.
L’accostamento all’Ultima cena di Gesù di Leonardo da Vinci, smentito in ritardo, dal regista Thomas Jolly che ha dichiarato essersi ispirato ad un “un banchetto degli dei”. Ed anche in questo caso l’evocazione portata sul palco della inaugurazione parigina delle Olimpiadi 2024, malgrado non si possa più parlare di attacco dissacratorio, lascia ugualmente molto molto perplessi.
“Credo fosse abbastanza chiaro che si trattava di Dioniso che arriva a tavola, è il dio della Festa, del vino e padre di Sequana, la dea legata al fiume…Non era l’Ultima Cena la mia ispirazione”. Così Thomad Jolly a BFMTV. “ L’idea era una grande festa pagana, legata agli dei dell’Olimpo…Olimpo, Olimpo, spirito olimpico…”.
Quindi ipoteticamente Jolly avrebbe tratto la propria creazione vivente dal “Festino degli Dei” un dipinto realizzato nel 1635 da Jan Harmensz van Biljert, in esposizione al Museo Magnin à Dijon. Sprezzante anche questa analogia.
La scena associata al Cenacolo, affresco di Leonardo da Vinci realizzato nel refettorio del convento adiacente al santuario di Santa Maria delle Grazie a Milano, aspramente criticata sembrerebbe dall’estrema destra e non solo, non è stata esente dalla condanna dei Vescovi francesi.
“Siamo molto dispiaciuti se in qualche modo le persone si sono offese…non c’è mai stata l’intenzione di mostrare mancanza di rispetto verso alcun gruppo religioso” ha spiegato, scusandosi Anne Descamps, direttrice esecutiva della comunicazione Olimpiadi francesi 2024.
“Ho voluto organizzare una cerimonia che riparasse e riconciliasse. E riaffermare i valori della nostra Repubblica”. Ha dichiarato ancora a BFMTV, Thomas Jolly rimarcando l’assenza di volontà derisoria. “Non troverete mai in me il desiderio di deridere o denigrare qualcosa”.
Ammesso che la rievocazione non si riferisse al Cenacolo con Gesù, raffigurato da Leonardo da Vinci ma ad un banchetto pagano dove presumibilmente un dio pagano sedesse al centro dei commensali, anche in questo caso la rappresentazione è stata eufemisticamente smitizzante.
Manifestazione celebrativa di apertura delle Olimpiadi a Parigi, dunque fortemente controversa. La cerimonia avrebbe certamente meritato attenzione e non spregiudicatezza sul piano della ricercatezza scenografica in linea all’evento sportivo più nobile e rappresentativo al mondo.
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