La seduzione e la filosofia sono metafisica nel giocoliere Casanova

Giacomo Casanova ha abitato fino in fondo la sua vita e non soltanto con la seduzione ma piuttosto con il pensiero. È stato un pensiero critico interpretativo. Pensa su Dio in un scavo forte tra teologia e filosofia. Una incompatibilità tra l'uomo della ragione e il sacro della fede. Morire da cristiano significa superare anche la filosofia? Direi che resta filosofo dentro la sua cristianità consapevole che le religioni sono soprattutto antropologia ...

Pierfranco Bruni

Nelle Riflessioni Giacomo Casanova ebbe a scrivere: “Se un uomo dimentica un’offesa non vuol dire che l’abbia perdonata: il perdono nasce da un sentimento superiore, da un cuore nobile, da un animo generoso, mentre l’oblio deriva da una debolezza di memoria, o da una dolce noncuranza che si addice ad un animo pacifico, o spesso anche da un desiderio di calma e di tranquillità, perché l’odio, alla lunga, uccide il disgraziato che si compiace di nutrirlo”.
Fede e ragione costituiscono l’intreccio di un pensiero che non si contrappone alla vita. La vita comunque è oltre nel quotidiano che si rappresenta nel tempo dei giorni che diventano fili di una griglia nel ricordare.

Le Memorie sono nel significante del tempo trascorso e attraversato. Su questo piano andrebbero lette le pagine di Giacomo Casanova annotate per non dimenticarsi e non essere dimenticato. Non ha senso essere nati se non si ha il coraggio di raccontarsi. Non ha senso la vita se non si ha la forza di trasformare l’oblio che ci aggredisce in ricordo. Siamo infatti aggrediti dalle dimenticanze. Anche per questo Casanova ha cercato di spezzare la crosta del vuoto che si crea nell’età della nostalgia.
Non basta la nostalgia soltanto se non si focalizza lo sguardo su ciò che diventa vita vissuta e che resta come confessione di una metafisica dell’ascolto di tutto ciò che abbiamo abitato. Casanova ha abitato fino in fondo la sua vita e non soltanto con la seduzione ma piuttosto con il pensiero. La seduzione finisce, il pensiero no e diventa un pensare carnale e spirituale.
Casanova ha retto a ogni forma di sola fisicità con il testimoniarsi con il pensiero. È stato un pensiero critico. Un pensiero interpretativo. Pensa su Dio. Pensa Dio in un scavo forte tra teologia e filosofia. Soprattutto nei suoi dialoghi tra “Il filosofo e il teologo” nei quali si combina un rapporto vitale tra la ragione e la metafisica. Una incompatibilità tra l’uomo della ragione e il sacro della fede. Bisogna superare gli immensi errori e il culto della ragione per recuperare il mistero che resta inspiegabile ma l’uomo è inspiegabile come lo sono la morte e il tempo.
Nella sua Prefazione rifiutata alle Memorie si trovano sottolineature come: “Il perdono viene dalla generosità del cuore, l’oblio della debolezza della memoria”. C’è sempre un Dio in noi. Il Casanova che recupera Ovidio. “Bisogna conservare la speranza”, ci dice Casanova. Il tempio della verità è proprio qui. Ovvero “Il tempio della verità è aperto a tutti, ed essa non esce mai, ma non vi invita nessuno, ed eccetto il saggio nessuno vi entra”.
Infatti: “… l’uomo era destinato a non giungere alla verità che passando attraverso l’errore”. Occorre conoscersi. Anzi insiste il “conosci se stesso” anche se nella visione metafisica ha poco conto. Casanova è entrato in questo percorso che alla fine è completamente filosofico. Morire da cristiano significa superare anche la filosofia? Direi che resta filosofo dentro la sua cristianità consapevole però che le religioni sono soprattutto antropologia.
Si resta nella sofferenza. Di quella sofferenza che “è inerente all’umana natura; ma quando vi siamo soggetti, speriamo di guarirne, e la speranza è un piacere”. La sua filosofia cristiana sta in un passaggio in cui “…la forza di sopportare il dolore” credendo che “…la certezza della futura felicità vi sarebbe di grande consolazione”.
E forse in Casanova il resto porterebbe ad altro. Ma il filosofico resta chiaramente al centro. La seduzione e la filosofia sono metafisica nel giocoliere Casanova.

Pierfranco Bruni è nato in Calabria.
Archeologo direttore del Ministero Beni Culturali, presidente del Centro Studi “Grisi” e già componente della Commissione UNESCO per la diffusione della cultura italiana all’estero.
Nel 2024 Ospite d’onore per l’Italia per la poesia alla Fiera Internazionale di Francoforte e Rappresentante della cultura italiana alla Fiera del libro di Tunisi.
Per il Ministero della Cultura è attualmente:

• presidente Commissione Capitale italiana città del Libro 2024;

• presidente Comitato Nazionale Celebrazioni centenario Manlio Sgalambro;

• segretario unico comunicazione del Comitato Nazionale Celebrazioni Eleonora Duse.
È inoltre presidente nazionale del progetto “Undulna Eleonora Duse”, presidente e coordinatore scientifico del progetto “Giacomo Casanova 300”.

Ha pubblicato libri di poesia, racconti e romanzi. Si è occupato di letteratura del Novecento con libri su Pavese, Pirandello, Alvaro, Grisi, D’Annunzio, Carlo Levi, Quasimodo, Ungaretti, Cardarelli, Gatto, Penna, Vittorini e la linea narrativa e poetica novecentesca che tratteggia le eredità omeriche e le dimensioni del sacro.
Ha scritto saggi sulle problematiche relative alla cultura poetica della Magna Grecia e, tra l’altro, un libro su Fabrizio De André e il Mediterraneo (“Il cantico del sognatore mediterraneo”, giunto alla terza edizione), nel quale campeggia un percorso sulle matrici letterarie dei cantautori italiani, ovvero sul rapporto tra linguaggio poetico e musica. Un tema che costituisce un modello di ricerca sul quale Bruni lavora da molti anni.

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