di Francesco Saverio Vetere – Segretario generale Unione Stampa Periodica Italiana USPI
Roma, 16 Gennaio 2025 – È sempre difficile scegliere i nomi di riferimento di un’epoca. Si rischia di dimenticare qualcuno, per semplice distrazione o perché col tempo i ricordi tendono a svanire, modificandosi nel senso di diventare più leggeri, connotati da una tenerezza di fondo. Così cambiano, talvolta, i colori, i volti, i sorrisi, le parole.
Quando Giandomenico Zuccalà mi presentò al Consiglio Nazionale USPI come candidato Vice Segretario Generale, mi sedetti in disparte, per osservare tutti e ascoltare il dibattito.
E vidi e ascoltai Paolo Ungari, Antonio Barbierato, Ettore Rubcich, Carmelo Garofalo tra gli altri. Ma, per l’appunto, il rischio è quello di fare ingiustizia, dimenticando o omettendo per brevità personaggi straordinari. Alessandro Olschki, per esempio, ma potrei continuare a lungo. Forse questi nomi ai giovani dicono nulla, andrebbero studiati (e bene) sui libri di storia.
Ma il destino a me ha permesso di essere lì.
Dunque, vidi, ascoltai e conobbi Domenico Volpi. Più avanti riporteremo un breve profilo, per meglio comprendere la figura di uno straordinario intellettuale, ma ci sono cose che nessun profilo può spiegare, che si comprendono solo per il fatto di averle vissute.
Il Professor Volpi non aveva la minima idea di cosa volessero dire “interesse personale”, “competizione”, “attaccamento al denaro”, “invidia”, “rancore”. Aveva una basilare idea della logica manageriale e di quella politica. Apparteneva a un’altra dimensione, quella della pura cultura, della formazione alta delle nuove generazioni. Della fede, dell’impegno verso i più deboli.
Lui e tanti di quel Consiglio erano talmente Signori da far sembrare Zuccalà e me più duri e spietati di quanto effettivamente non fossimo.
Ad un certo punto incrociai lo sguardo con suo figlio Vittorio, che stava scrivendo il verbale della riunione. Vittorio sorrise e fece un gesto con le spalle, come a dire: qualcuno dovrà portarla avanti, questa baracca, in un modo o nell’altro.
Forse era (ed è) vero, ma una cosa deve essere chiara: l’USPI erano loro. L’USPI era esattamente quello che rappresentavano tutti loro.
Domenico Volpi è stato uno scrittore e pubblicista dal profondo amore per i libri e per la cultura, un appassionato divulgatore che ha dedicato la sua lunga vita a promuovere la lettura, la letteratura giovanile e l’educazione dei più giovani. Capace di leggere già a quattro anni, ha vissuto costantemente immerso nelle pagine di migliaia di volumi, coltivando una “penna facile” e una “lingua tagliente” che ne hanno contraddistinto sia lo stile letterario sia l’impegno educativo.
La sua carriera decolla giovanissimo: dal 1948 al 1966 dirige il settimanale per ragazzi “Il Vittorioso“, dove promuove firme prestigiose della scuola italiana del fumetto, ampliando il progetto editoriale con collane parallele come Albi Giganti, Almanacchi, Albi Vitt, Capitan Walter, Jolly. In quegli stessi anni, assume responsabilità di rilievo nel campo dell’educazione, divenendo responsabile nazionale del Movimento Ragazzi dell’Azione Cattolica e Vicepresidente del Bureau Intérnational de l’Enfance (1954-1960), fino ad arrivare alla presidenza della Commissione Internazionale Stampa e Letteratura per Ragazzi (1952-1980). Il suo impegno gli vale la Medaglia d’Onore per la Gioventù conferitagli dal Ministero dell’Educazione Nazionale di Francia.
Instancabile promotore culturale, Volpi è stato Vicepresidente e successivamente Presidente Onorario dell’USPI (Unione Stampa Periodica Italiana) e socio SIAE medaglia d’oro, continuando al contempo il suo lavoro di insegnamento presso la Scuola di Servizio Sociale del Magistero “Maria Assunta” di Roma, dove teneva il corso di “Tecniche della Comunicazione Sociale”. Nel 1977 fonda il Gruppo di Servizio per la Letteratura Giovanile, di cui diventa Presidente Onorario, impegnandosi in incontri con autori, conferenze e manifestazioni in tutta Italia per stimolare nei bambini, nei ragazzi e nei loro educatori la passione per il libro e per la lettura.
Dal 1977 al 2004 è stato Redattore Capo del mensile per bambini “La Giostra”. Ha inoltre collaborato con la radio e la TV, firmando radioscene e originali televisivi, e offrendo la sua consulenza al TG-Ragazzi. Nel corso della carriera ha diretto diverse collane di letteratura giovanile e ha scritto per numerosi giornali e riviste, contribuendo con articoli e recensioni su temi legati all’educazione, all’umorismo e alla comunicazione.
La versatilità è forse la qualità che meglio lo definiva. Autore di più di cento opere, molte delle quali dedicate ai giovani lettori o ai loro insegnanti e genitori: romanzi di fantascienza, racconti storici e biografici, fiabe, filastrocche, manuali di divulgazione e testi scolastici. Tali opere gli sono valse, in quattro occasioni, il Premio della Cultura della Presidenza del Consiglio, oltre a riconoscimenti prestigiosi come il Premio Europeo Provincia di Trento (1980) e il Premio Val Pescara (1997). Nel 1990 ha ricevuto il Premio della Cultura intitolato a “Don Giovanni Morosini”.
Tra i temi portanti della sua scrittura figurano l’attenzione all’uomo, alla storia, alla fantasia come strumento di crescita e alla valorizzazione dell’immaginario infantile. Le sue biografie di grandi personaggi e i testi di divulgazione avvicinano i ragazzi alla comprensione della storia e della realtà circostante. I romanzi e le fiabe puntano a formare una coscienza critica e curiosa, mentre i volumi dedicati agli educatori forniscono strumenti pratici per favorire l’apprendimento e la creatività nelle aule.
L’elenco delle sue pubblicazioni è vastissimo, spaziando dai romanzi di fantascienza (SOS dallo spazio, Gli UFO vengono da Cipango) agli scritti di divulgazione (La vita e i costumi nel Medioevo, Le Crociate), dalle fiabe (La Telebefana, La fiaba corre sul filo) alle biografie di figure carismatiche come Martin Luther King o Charles de Foucauld.
A riprova del valore formativo della sua opera, numerose tesi di laurea sono state discusse in varie università italiane, dedicate alla sua produzione e al suo modo di “fare letteratura” per ragazzi.
Conserviamo dunque la memoria di Domenico Volpi come di un uomo che ha saputo intrecciare passione, competenza e generosità intellettuale, creando un ponte fra il mondo dell’infanzia e quello dell’adulto, fra la curiosità dei più giovani e l’esperienza dei grandi.
Ci lascia in eredità un messaggio di fiducia nel potere educativo del libro e dei periodici, un invito a coltivare, con libertà e ironia, la voglia di imparare e di scoprire. Le sue pagine, ricche di avventura e di sapienza, continuano a trasmettere valori di solidarietà, rispetto e dialogo, offrendo a lettori e educatori un tesoro narrativo che non smetterà di ispirare le generazioni future.
I funerali di Domenico Volpi saranno celebrati venerdì 17 gennaio 2025 alle ore 10:00 nella Chiesa di San Leone Magno, in via Boccea n. 58, a Roma.
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Insieme a tutte le componenti redazionali di Paeseitaliapress.it , esprimiamo sentita vicinanza alla famiglia Volpi per la scomparsa del caro Professor Gian Domenico. Ci mancheranno le sue intense augurali poesie dedicate annualmente per il Natale alla grande famiglia di Unione Stampa Periodica Italiana USPI.
Mimma Cucinotta