Fermate l’orrore! Le notizie che continuano a giungere da Palmira aumentano la distanza tra ciò che definiamo “civiltà” e il suo esatto opposto, la “barbarie”. La Tv statale siriana, citata dal sito dell’agenzia Reuters, riferisce di almeno quattrocento morti, in massima parte donne e bambini, uccisi dall’Is a Palmira. A questi innocenti vanno aggiunti almeno duecentosessantuno soldati siriani caduti nel corso dell’offensiva lanciata dai militanti legati ad al-Qaeda a Jisr al-Shughour, nella provincia di Idlib.
I dati sono stati resi pubblici dall’Osservatorio siriano per i diritti umani che nel conteggio inserisce anche i soldati uccisi il 22 aprile e il 22 maggio. Intanto la bandiera nera dello Stato islamico, simbolo dell’orrore del califfato, sventola sulla torre più alta della cittadella antica di Palmira. I miliziani hanno fatto irruzione giovedì all’interno del museo di Palmira, la città è sede di uno dei siti patrimonio dell’umanità. Gran parte dei reperti, fortunatamente, sono stati trasferiti in precedenza in un luogo sicuro, lo ha dichiarato Maamoun Abdulkarim, archeologo e capo del Dipartimento delle Antichità di Damasco.
I jihadisti, ad ogni modo, in preda alla consueta furia barbarica hanno distrutto le copie in gesso delle statue del museo, chiudendo le porte d’ingresso e ponendo delle guardie armate fuori dalla struttura. Fortunatamente, dicevamo, gran parte dei reperti sono stati trasferiti a Damasco ma, purtroppo, sono rimasti i grandi sarcofagi, troppo pesanti per essere spostati rapidamente. Il governo siriano intanto ha ammesso solo in parte la sconfitta, i media, controllati dal regime, continuano ad affermare che si è trattato di un “ridispiegamento tattico” ma non è così. Intanto la barbarie jihadista continua a espandere il suo fiele.