Un caccia siriano, uno dei tanti che in questi mesi sorvolano i cieli al confine tra Siria e Turchia, si è schiantato sulla zona commerciale di Ariha provocando 31 morti e più di 70 feriti. La cittadina commerciale della provincia di Idlib è ad oggi in mano ai ribelli e si trova al confine con la Turchia.
A riferire la notizia è l’Osservatorio siriano per i diritti umani che ha sede a Londra, il caccia del regime siriano è precipitato in un affollato mercato cittadino all’ora di punta, è strage. Secondo le prime ricostruzioni il velivolo volava a bassa quota e aveva da poco sganciato una bomba sul mercato principale quando all’improvviso, forse per un guasto meccanico, è caduto sulla cittadina provocando un disastro tra i civili. La maggior parte delle vittime infatti sono gli abitanti del piccolo centro compresi diversi bambini, la località era caduta sotto il controllo di una coalizione di fazioni islamiste chiamata Jash al-Fateh (Esercito della Conquista) il 28 maggio scorso affiliata ai qaedisti del Fronte al-Nusra. Rimane alta quindi la tensione nell’area in particolar modo in seguito alla decisione della Turchia di avviare operazioni militari contro postazioni dello Stato islamico e del Partito dei lavoratori curdo (Pkk) in Siria e in Iraq.
Intanto la Siria continua ad essere spaccata tra Assad e l’Is, gli Stati Uniti hanno autorizzato l’uso della forza aerea nell’area per difendere i ribelli che vengono addestrati dal loro esercito contro i jihadisti del Califfato nero, si parla di circa 5.500 combattenti ribelli l’anno che Washington starebbe preparando e addestrando.
E’ lo stesso Wall Street Journal che citando fonti dirette del Pentagono conferma che saranno eliminati i rischi di un confronto diretto, questi combattenti infatti non verranno dispiegati in zone occupate dalle forze del regime che, dal canto suo, difficilmente attaccherà le truppe protette da Obama. La strategia americana anti – Is conta molto sui combattenti locali addestrati e armati dal Pentagono anche se le difficoltà nel reclutarli si sono dimostrati maggiori del previsto. Nei prossimi mesi i primi bilanci di quest’operazione che fino adesso ha portato sul campo non più di sessanta ribelli addestrati protetti dalla U.S. Force, pochino.