Affluenza altissima in Catalogna rispetto al 2012, i partiti indipendentisti però mettono a segno una vittoria “a metà” che fa dire ad Artur Mas, presidente della Generalitat de Catalunya, che “ha vinto il si all’indipendenza” anche se la maggioranza dei catalani ha preferito votare partiti anti-secessione.
Andiamo ai numeri. Il fronte pro-indipendentista (Junts pel Sì + Cup) ha ottenuto una netta maggioranza di seggi (72 su 135) ma ha preso solo il 47,8% dei voti non coprendo quindi la maggioranza assoluta che gli sarebbe valsa la legittimità politica completa per chiedere la secessione da Madrid. Il fronte indipendentista puntava alla maggioranza sia di voti sia di seggi, ma questi risultati non fermano comunque l’impulso politico di Mas che ha commentato: “Nelle prossime settimane metteremo le basi per l’indipendenza della Spagna, non cederemo, abbiamo vinto con quasi tutti contro e questo ci da una forza enorme e una grande legittimità per portare avanti questo progetto. Stiamo scrivendo la pagina più gloriosa della storia della Catalogna”.
Da Madrid si rivendica invece come la maggioranza dei catalani abbia detto No all’indipendenza votando per le altre liste, Ciudadanos si attesta come seconda lista quindi scalzando i due partiti storici della politica spagnola: il Partito socialista (Psc-Psoe) e il Partito Popolare (Pp) di Mariano Rajoy che prendono rispettivamente il 13% e il 9%. La provincia di Barcellona ha votato in maniera nettamente contraria alle ipotesi indipendentiste, da evidenziare infine – in tutto questo marasma di numeri e dati – gli equilibri della nuova coalizione indipendentista: la nuova sigla politica Junts pel sì formata da Convergencia Democràtica de Cataluña e Esquerra Republicana de Catalunya che nel 2012 correvano divise.