I tornado italiani pronti a bombardare l’Isis in Iraq

Pinotti: "Bombe italiane sull'Isis? Valuterà il Parlamento"
A IX(B) Sqn Tornado GR4 training for deployment to Afghanistan.Pictured here on 12 October 2012 is a Tornado GR4 aircraft as it undertakes a training sortie over the North West of England. The Tornado from IX(B) Squardon is preparing for deployed operations over Afghanistan in the near future.The Tornado GR4 is a variable geometry, two-seat, day or night, all-weather attack aircraft capable of delivering a wide variety of weapons. Powered by two Rolls-Royce RB 199 Mk 103 turbofan engines, the GR4 is capable of low-level supersonic flight and can sustain a high subsonic cruise speed. The GR4 typically carries up to a maximum of 5 Paveway IV smart weapons or 2 Stormshadow cruise missiles but can be configured with various weapons, targeting pods and reconnaissance pods simultaneously including the Dual Mode Seeker (DMS) Brimstone, ALARM Mk2 missile, Litening III and the Reconnaissance Airborne Pod TORnado (RAPTOR).The Tornado GR4 is a world leader in the specialised field of all-weather, day and night tactical reconnaissance. The RAPTOR pod is one of the most advanced reconnaissance sensors in the world and greatly increases the effectiveness of the aircraft in the reconnaissance role. Its introduction into service gave the GR4 the ability to transmit real-time, Long Range Oblique Photography (LOROP) to commanders or to view this in cockpit during a mission. The stand-off range of the sensors also allows the aircraft to remain outside heavily defended areas, thus minimising the aircraft’s exposure to enemy air-defence systems. Additional capability in the Non-Traditional Intelligence Surveillance and Reconnaissance (NTISR) role is provided by the Litening III RD and the use of the ROVER data link for providing tactical operators with real time Full Motion Video (FMV) in the battle space.The Tornado GR4 is now equipped with the Storm Shadow missile and 2 variants of the Brimstone missile, including the most advanced DMS variant.

Mancano poche ore, i tornado italiani avranno l’incarico gravoso di bombardare alcune aree dell’Iraq in mano ai miliziani del Califfato. Tutto questo nell’ambito degli accordi con la coalizione guidata dagli Stati Uniti e in sintonia con il comando americano che organizzerà i raid aerei. L’Italia quindi si assume  maggiori responsabilità che variano così dalle semplici ricognizioni a quella che ormai è una guerra in piena regola contro i jihadisti islamici dell’Isis. Ma procediamo con ordine.

La decisione iniziale di partecipare alla coalizione di appena un anno fa ha visto finora quattro Tornado del VI° stormo di Ghedi destinati alla base area in Kuwait, assieme ad un aereo-cisterna KC767 e alcuni droni Predator senza armamento. L’impegno, allora, fu di circa 140 uomini che avevano il compito di eseguire missioni di ricognizione e poco altro, una dose massiccia di armi fu poi elargita ai Peshmerga curdi che dopo la caduta di Mosul e la proclamazione del Califfato avevano rappresentato l’unica forza di terra ad affrontare i miliziani dell’Isis. Infine partì un programma di addestramento, tuttora in corso.

Oggi la portata della partecipazione italiana cambia nuovamente, le regole d’ingaggio ci vedono  quindi entrare realmente in guerra, i Tornado dovrebbero assumere pienamente le loro peculiarità di cacciabombardieri e  dovrebbero colpire i bersagli individuati dal comando americano che guida la coalizione.

Solamente i caccia tedeschi rimarranno  “al palo” e, fino a nuovo ordine, non potranno che limitarsi a operazioni di ricognizione.

Una svolta storica dicevamo, se l’Italia dovesse entrare ufficialmente in guerra.  Molto importante è stata la distinzione tra gli scacchieri di Iraq e Siria dove, nello schieramento europeo, ha di recente iniziato a bombardare la Francia mentre la Gran Bretagna attende il fuoco verde dal suo parlamento. Il governo iracheno, nella fattispecie, ci ha chiesto di intervenire e bombardare mentre l’establishment siriano lo ha chiesto alla Russia, giusto per essere franchi. A questi fatti si aggiungono le dichiarazioni del premier Matteo Renzi che a margine dell’Assemblea dell’Onu si è mostrato fortemente critico riguardo un possibile intervento in Siria che – a suo avviso – non favorirebbe una credibile soluzione.

Le esigenze militari sono invece chiarissime in Iraq, se si considera che le forze dell’Isis occupano tutta l’area dell’ex confine con la Siria e sono presenti nella provincia di Anbar, non lontano dalla capitale Bagdad. Le nuove regole d’ingaggio per l’Italia saranno certamente ben viste dal Segretario della Difesa statunitense Ashton Carter che oggi sarà in visita a Sigonella e poi a Roma dove sarà ricevuto dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella.

Il ministro della Difesa Roberta Pinotti ha spiegato in serata, alle Commissioni Esteri e Difesa delle due Camere, la posizione dell’Italia sulle possibili azioni di bombardamento dei caccia Tornado italiani in Iraq.

La Pinotti ha affermato: ” Si stanno valutando possibili nuovi ruoli per i nostri velivoli in Iraq, quando sarà il momento, il governo riferirà in Parlamento”

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