Bruxelles – A pochi giorni dalla presentazione da parte del collegio dei commissari di una serie di azioni prioritarie da adottare entro i prossimi sei mesi per gestire la crisi dei rifugiati, la Commissione europea giovedì 8 ottobre 2015 ha presentato le prime proposte concrete, per un importo di 1,7 miliardi di euro di fondi UE nel 2015 e nel 2016, volte ad affrontare la crisi dei rifugiati, e i capi di Stato e di governo si sono impegnati la scorsa settimana a stanziare una somma corrispondente. I fondi sono destinati a fornire assistenza di emergenza agli Stati membri dell’UE più colpiti, potenziare l’organico delle agenzie dell’UE che operano in prima linea e fornire assistenza e aiuto umanitario nei paesi terzi. La Commissione confida ora nell’adozione rapida di tali misure da parte dell’autorità di bilancio – ossia Parlamento e Consiglio – che si era impegnata in tal senso la scorsa settimana.
Le proposte odierne prevedono l’erogazione di 801,3 milioni di euro per il 2015 e saranno finanziate in parte da nuovi finanziamenti sotto forma di proposta di progetto di bilancio rettificativo per il 2015. A tale riguardo, la Commissione propone 330,7 milioni di euro d’impegni supplementari da parte degli Stati membri. Inoltre propone di trasferire fondi da altri settori, mettendo a disposizione 70,6 milioni di euro provenienti da altri programmi e azioni e 400 milioni di euro inizialmente previsti per gli aiuti umanitari e finanziamenti destinati alla politica europea di vicinato.
La seconda serie di proposte per i rimanenti 900 milioni di euro per il 2016, annunciata la scorsa settimana, sarà inclusa in una modifica del progetto di bilancio 2016 nell’ottobre 2015.
Il Presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker ha dichiarato: “Da tempo la Commissione si adopera per dare una risposta europea coerente e coordinata alle questione dei rifugiati e della migrazione. Abbiamo fatto molto in poco tempo. Continueremo a lavorare instancabilmente per trovare soluzioni europee comuni.”
Kristalina Georgieva, Vicepresidente responsabile per il Bilancio e le risorse umane ha affermato: “L’Europa sta affrontando le conseguenze di una delle più gravi crisi della storia recente. Abbiamo agito rapidamente per orientare le nostre risorse alle priorità, raddoppiando i fondi dell’UE disponibili a favore dei rifugiati e delle comunità che li accolgono. Stiamo utilizzando il bilancio dell’UE in maniera rapida e flessibile per far fronte a questa crisi.”
La settimana scorsa la Commissione europea si è impegnata a rafforzare il sostegno finanziario a fronte della crisi. In una prima fase, per il resto del 2015, la Commissione sta mobilitando 801,3 milioni di euro per sostenere le seguenti azioni prioritarie:
• 100 milioni di euro per rafforzare il Fondo Asilo, migrazione e integrazione (AMIF) e il Fondo Sicurezza interna (ISF) per aiuti di emergenza agli Stati membri dell’UE maggiormente colpiti. E ciò in aggiunta ai 73 milioni di euro già esauriti;
• 1,3 milioni di euro per aumentare i finanziamenti alle tre agenzie competenti dell’UE a copertura di 60 unità di personale per Frontex, 30 per l’Ufficio europeo di sostegno per l’asilo (EASO) e 30 per l’Europol per il 2015;
• un importo di 300 milioni di euro per rafforzare lo strumento europeo di vicinato (ENI), consentire un aumento del Fondo fiduciario regionale dell’UE in risposta alla crisi siriana e fornire assistenza ai paesi terzi che accolgono rifugiati provenienti dalla Siria. Insieme con gli ulteriori 200 milioni di euro riassegnati, il finanziamento totale per il Fondo fiduciario per la Siria ammonterà a oltre 500 milioni di euro. I contributi degli Stati membri dovrebbero essere di livello corrispondente ai finanziamenti dell’UE: in tal modo il fondo raggiungerà un totale di almeno 1 miliardo di euro.
• 200 milioni di euro destinati a fornire risorse immediate per rispondere alle esigenze dell’UNHCR, del Programma alimentare mondiale e di altre organizzazioni competenti al fine di fornire un aiuto immediato ai rifugiati. Questi fondi sono già stati previsti per gli aiuti umanitari e la protezione civile e saranno utilizzati specificatamente per affrontare la crisi dei rifugiati. I contributi degli Stati membri dovrebbero corrispondere ai finanziamenti dell’UE.
Ciò si aggiunge alle ingenti somme (oltre 300 milioni di euro) che sono state stanziate nel 2015 come prefinanziamento nell’ambito dei fondi pluriennali per la migrazione e le frontiere (su un totale di circa 7 miliardi di euro accantonati per il periodo 2014-2020).
La proposta rispetta l’accordo sul piano finanziario settennale dell’UE. I 801,3 milioni di euro non richiedono pagamenti supplementari per conto degli Stati membri nel 2015.
In occasione della riunione informale dei capi di Stato o di governo del 23 settembre 2015, gli Stati membri hanno accolto con favore le proposte della Commissione relativa alla mobilitazione del bilancio dell’UE e si sono impegnati a fornire contributi equivalenti a tale importo. Ciò include anche i fondi già mobilitati – l’UE sta già mobilitando 1 miliardo di euro per la Turchia e 17 milioni di euro per la Serbia e l’ex Repubblica jugoslava di Macedonia al fine diaiutare i nostri vicini a far fronte alla sfida migratoria. Il Fondo fiduciario di emergenza per l’Africa, con un contributo iniziale di capitale per 1,8 miliardi di euro dalle risorse finanziarie dell’UE, dovrebbe inoltre ricevere contributi di pari importo dagli Stati membri.
Prossime tappe
Inoltre, nell’ottobre prossimo la Commissione proporrà di aggiungere ulteriori 900 milioni di euro al progetto di bilancio per il 2016, per sostenere le seguenti azioni prioritarie nel 2016:
• 600 milioni di euro per il Fondo Asilo, migrazione e integrazione e il Fondo Sicurezza interna, nonché per un aumento dell’organico di Frontex, EASO e EUROPOL. Ciò si aggiungerebbe ai 780 milioni di euro previsti per il meccanismo di emergenza per la ricollocazione.
• 300 milioni di euro per fornire aiuti umanitari ai rifugiati ospitati nei paesi confinanti con la Siria e altri paesi terzi. I contributi degli Stati membri dovrebbero corrispondere ai finanziamenti dell’UE.
Contesto
Il 23 aprile 2014 a Malta, durante la campagna per la presidenza della Commissione europea, Jean-Claude Juncker ha presentato un piano in cinque punti sull’immigrazione con cui sollecitava maggiore solidarietà nella politica migratoria dell’Unione.
Nell’assumere l’incarico di Presidente della Commissione europea, Jean-Claude Juncker ha affidato a un Commissario con competenza speciale per la Migrazione l’incarico di elaborare una nuova politica in materia di migrazione; è questa una delle dieci priorità degli orientamenti politici in base ai quali il Parlamento europeo ha eletto la nuova Commissione.
Il 13 maggio 2015 la Commissione europea ha presentato l’agenda europea sulla migrazione, che propone un approccio globale per migliorare la gestione della migrazione in tutti i suoi aspetti.
Il 27 maggio 2015 la Commissione europea ha già presentato un primo pacchetto di misure attuative dell’agenda europea sulla migrazione, che comprendeva proposte di ricollocazione e di reinsediamento e un piano d’azione dell’UE contro il traffico di migranti.
Il 25-26 giugno 2015 il Consiglio europeo ha accettato di far progredire le proposte della Commissione europea contenute nell’agenda europea sulla migrazione, ponendo l’accento sulla ricollocazione e il reinsediamento, sui rimpatri e sulla cooperazione con i paesi d’origine e di transito.
Il 20 luglio 2015 il Consiglio “Giustizia e affari interni” ha deciso di attuare le misure proposte nell’agenda europea sulla migrazione, segnatamente per ricollocare un certo numero di persone in evidente bisogno di protezione internazionale dall’Italia e dalla Grecia nei due anni successivi, iniziando con 32 256 persone in una prima fase, e per reinsediare 22 504 sfollati in evidente bisogno di protezione internazionale provenienti da paesi extra-UE.
Il 9 settembre 2015 la Commissione ha proposto una nuova serie di misure, tra cui un meccanismo di ricollocazione di emergenza per 120 000 rifugiati, e strumenti concreti per aiutare gli Stati membri a trattare le domande, a rimpatriare i migranti economici e ad affrontare le cause profonde della crisi dei rifugiati.
Il 14 settembre 2015 gli Stati membri hanno adottato la decisione di ricollocare 40 000 rifugiati in evidente bisogno di protezione internazionale dall’Italia e dalla Grecia.
Il 23 settembre 2015 gli Stati membri hanno adottato la decisione di ricollocare 120 000 rifugiati in evidente bisogno di protezione internazionale dall’Italia, dalla Grecia e da altri Stati membri direttamente colpiti dalla crisi dei rifugiati.