La risposta militare da parte di Parigi non si è fatta attendere. A quarantotto ore dagli attacchi di venerdì 13 la Francia ha attaccato militarmente il quartier generale dello Stato Islamico in Siria, Raqqa, capitale non legittima dello Stato del terrore. La notizia è stata confermata dal ministero della Difesa francese mentre attivisti anti-Is della città siriana colpita descrivono l’azione aerea come una “pioggia di fuoco”.
Trenta, secondo gli ultimi dati, i raid nelle ultime sulla città dove – a quanto sembra – sarebbero stati addestrati alcuni degli attentatori di Parigi. In questa fase gli Stati Uniti hanno fornito l’intelligence per i raid all’aviazione francese che ha colpito un centro di comando del Califfato, una struttura di reclutamento di jihadisti, depositi di munizioni e uno dei tanti campi di addestramento sparsi nella regione mediorientale. Il ministero della Difesa francese chiarisce: “I raid sono stati condotti con dieci caccia partiti dagli Emirati arabi e dalla Giordania, per un totale di venti bombe sganciate”.
E’ guerra, così come dichiarato dal presidente Hollande, così come nelle peggiori delle previsioni. Intanto il premier francese Mnauel Valls dichiara alla radio Rtl “Il terrorismo può colpire ancora nei prossimi giorni” e si susseguono gli arresti a Grenoble, Tolosa e Lione mentre Abdeslam Salah – il terrorista ricercato – è tutt’ora in fuga. Sempre secondo il premier il Paese potrebbe ancora essere colpito nei prossimi mesi e nuovi attacchi verranno pianificati non soltanto contro la Francia ma anche contro altri paesi europei. Rimane inalterato su tutto il territorio francese lo “stato di emergenza” che velocizza le ricerche dei sospetti attentatori e delle cellule di appartenenza, Francia e Belgio hanno emesso ordini per l’arresto di un jihadista sospettato per gli attentati di venerdì, Abdeslam Salah. Infine, dal vertice del G20 ad Antalya, fitto colloquio tra i leader mondiale e nuova apertura tra Obama e Putin circa le misure da adottare per la lotta al terrorismo.
Secondo quanto riportato dalla Casa Bianca i due premier hanno condiviso la necessità di un immediato cessate il fuoco e una transizione politica che parta da una mediazione dell’Onu tra il regime di Damasco e i rappresentanti dell’opposizione. Ad ogni modo Ben Rhodes, consigliere per la sicurezza nazionale degli Stati Uniti, ha annunciato che gli Usa stanno lavorando attivamente con la Francia per intensificare i raid aerei contro l’Is in Siria e Iraq. Se non è guerra questa, poco ci manca.