Capi di Stato o di governo di una trentina di Paesi, partecipano a Londra, giovedì 4 febbraio, alla Conferenza sulla crisi siriana, convocata dal nuovo Alto commissario Onu per i rifugiati Filippo Grandi. L’incontro ad alto livello è organizzano da Regno Unito e Nazioni Unite, con Norvegia, Kuwait e Germania. Interverrà il segretario generale dell’Onu, Ban Ki-moon.
“I Paesi ricchi che si incontreranno alla Conferenza devono assumere impegni concreti per alleviare la condizione di milioni di siriani”. E’ quanto afferma in un rapporto l’Associazione umanitaria Oxfam sottolineando che “i finanziamenti per gli aiuti umanitari offerti fino ad oggi, sono stati così bassi da apparire simbolici. I siriani, che ancora vengono brutalmente uccisi, sono sfollati o in cerca di rifugio, hanno bisogno di aiuti concreti”. Oltre sei milioni di bambini necessitano di aiuto umanitario e quasi la metà di essi non può più frequentare la scuola.
Il rapporto Oxfam considera che solo alcune potenze mondiali sono state in prima linea per rispondere ai bisogni di assistenza dei siriani, mentre la maggior parte dei Paesi ricchi è ancora lontana da questi obiettivi: nel 2015 soltanto la metà delle risorse necessarie per assistere le persone in Siria e nei Paesi vicini è stata finanziata. Il rapporto calcola la ‘giusta quota’ di aiuti e di redistribuzione di rifugiati che ogni Paese, a seconda della proprie capacità economiche, dovrebbe destinare alla crisi. “Germania, Paesi Bassi e Svezia – si legge nel rapporto -continuano a donare generosamente – rispettivamente 679,2, 232,4, 77 e 702,4 milioni di dollari – mentre Paesi ricchi come Qatar, Arabia Saudita e Usa hanno contribuito solo parzialmente. Anche l’Italia è lontana da quanto sarebbe richiesto: si è impegnata nel 2015 a finanziare cento milioni di dollari e dovrebbe fare molto di più.